
In un commento ad un
precedente post,
Renata mi ha segnalato questo libro.
Il sottotitolo:
"perché i computer nelle scuole non servono e altre considerazioni sulle nuove tecnologie", la dice lunga su come l’autore la pensa sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione applicate al mondo della formazione.
Tanto più che Clifford Stoll è uno dei promotori di internet già dal lontano 1975. Docente all’Università di Berkeley ha maturato una significativa esperienza nella produzione di software didattico e nella definizione di sistemi informatici destinati all'educazione. Perciò possiamo dire che le sue affermazioni sono fatte con cognizione di causa. Ecco alcune frasi che possiamo leggere sul libro e che sicuramente possono servire per una riflessione: "...
una buona scuola non abbia bisogno dei computer e che una scuola mediocre non possa trarre vantaggio dal più veloce dei collegamenti a Internet..." "…
anziché chiedersi se la tecnologia possa o meno sostenere il curriculum, gli educatori cercano di adattarlo in modo tale che non vi siano difficoltà nell'utilizzare computer e calcolatrici" “
l'informatica viene spesso introdotta a scuola per far "apprendere divertendo": ma, prosegue "di solito studiare non è divertente, studiare richiede impegno, disciplina, dedizione”. "
nutriti a base di gratificazione immediata e interattiva, gli studenti sviluppano avversione verso perseveranza ..., verso l'attenzione e la pazienza".
Che dire? Come non dargli ragione?
Credo che possiamo affermare ormai con una certa disinvoltura che
la scuola non deve educare alle nuove tecnologie....ma le
nuove tecnologie devono appunto SOSTENERE IL CURRICULUM, sono uno degli strumenti da utilizzare per insegnare ad apprendere, una possibilità tra altre, e non sempre divertente o senza sforzo, per
attivare percorsi di apprendimento in forma
laboratoriale, costruttiva e collaborativa...e perchè no, motivante e coinvolgente.
Il vero problema sta dunque, ancora una volta, nella
formazione degli insegnanti rispetto, non tanto agli aspetti tecnologici in senso stretto, ma agli
aspetti DIDATTICI legati all'uso di questi strumenti.
Vi invito a leggere una riflessione davvero articolata sul
blog di Agati Mario già segnalato qualche tempo fa da
Paola.