sabato 26 maggio 2012

UN NUOVO ALFABETO PER L'ITALIA



Si è conclusa oggi a Roma la prima conferenza nazionale per la scuola dei “nativi digitali”, dal titolo  “Un nuovo alfabeto per l'Italia”.

Ricerca Ipsos per Pd 

 Sia gli insegnanti che i genitori di figli minorenni sono più digitalizzati della media della popolazione (usano internet almeno una volta la settimana il 68% degli insegnanti, ed il 61% dei genitori).
Nel mondo della scuola utilizzano computer e internet a casa per attività legate allo studio:
gli insegnanti: per cercare materiali didattici (84% almeno una volta la settimana)
e per preparare lezioni (78%)
gli studenti: per cercare materiale per la scuola (79%) e per comunicare con i compagni (60%). Fanno infine i compiti al PC almeno una volta la settimana il 58% degli studenti ed il 40% visita forum o siti di studenti. L’uso di internet per comunicare rimane un’attività rilevante anche per gli insegnanti: il 66% scambia informazioni con i colleghi e il 20% comunica con le famiglie degli studenti.
 
Per insegnanti e studenti il primo pregio dell’uso delle nuove tecnologie in classe è che rendono la lezione più divertente. Per gli studenti poi la lezione è più interessante e più chiara, mentre per gli insegnanti la classe risulta più coinvolta.
Per quali materie? Tra genitori e insegnanti c’è un sostanziale accordo: materie quali lingue, tecnologie/tecnica e matematica risultano quelle dove è più utile l’uso delle nuove tecnologie, meno per le materie umanistiche.
Sembra esserci da un lato un certo disincanto, da parte di genitori ed insegnanti, sul futuro delle nuove tecnologie nella scuola, dovuto alla convinzione che la carenza di fondi renderà vani i buoni propositi, dall’altro però è condivisa la certezza che chi non le saprà usare si troverà in difficoltà in futuro. In ogni caso le nuove tecnologie vengono viste, da genitori ed insegnanti, come uno strumento che dipende molto dalla capacità e dalla volontà degli insegnanti stessi, e dunque non “utili di per sé”. La massimizzazione dell’efficacia di questi strumenti deriva dunque da un percorso didattico e da una interazione studenti/insegnanti, che rimane il centro della qualità pedagogica

Ospite d'onore è stato  Marc Prensky, esperto di fama internazionale e creatore dei termini "nativo digitale" e " immigrato digitale".
 
Potete accedere ad altre info qui e qui
 


giovedì 24 maggio 2012

Progetto Pirati!



 
 foto da qui
Nella prospettiva di creare “un ripensamento, una nuova visione per l’Austria del 2032” si è tenuto  a Vienna, in aprile, un suggestivo meeting di “Creatrici del futuro” , provenienti da 12 paesi, che, con i loro progetti, stanno interpretando una visione educativa  “più avanti del loro tempo”. (trovo bellissimi queste definizioni!!!)

In questo articolo trovate la descrizione di un progetto educativo  “Pirates Hackney” presentato da una delle partecipanti, Catriona Maclay.  Progetto che ha investito una scuola di Hackney, quartiere disagiato di Londra, con studenti di età compresa tra 9 e 12 anni…età della pre-adolescenza, densa di momenti critici.
Il progetto, iniziato dopo che la scuola aveva avuto il secondo peggior risultato di Londra, è partito dalla consapevolezza che un maggior supporto, abbinato allo sviluppo della creatività e alla motivazione, avrebbero contribuito a conseguire risultati molto migliori.


I principi ispiratori? Un ambiente di apprendimento non convenzionale, da pirati…con passaggi segreti e tutto ciò che può contraddistinguere un vero pirata! Divertimento e altra identità  ne fanno un posto dove le persone vogliono vivere!
Non si deve nutrire solamente la mente dei bambini!
Inoltre, apprendimento in comunità, molti volontari collaborano portando nell’ambiente straordinarie e diverse abilità
 foto da qui

Il progetto nel concreto: Ogni sei settimane si  inizia un nuovo progetto. Al momento si lavora a  realizzare un video musicale. E’ già  stato pubblicato un libro, creato un sito web sul quartiere e realizzato cartoline della regione.
Insegnare al bambino nella sua globalità e non solo per il raggiungimento del successo scolastico.

Il ruolo dell’insegnante? Il ruolo del docente avrà bisogno di concentrarsi maggiormente sulla creazione di ambienti di apprendimenti interessanti e accoglienti. Un curriculum troppo frazionato non permette ai bambini di sviluppare le competenze di cui hanno bisogno in seguito - perseveranza, lavoro di squadra, fiducia, problem-solving.

Abbiamo bisogno di più apprendimento basato su progetti, come lo facciamo a Pirates Hackney!

Come vedete anche nelle scuole del Regno Unito ci sono ancora molti problemi da risolvere…affrontati con creatività e coraggio da queste "Creatrici di futuro"!

domenica 13 maggio 2012

Educare per Innovare

 "Il mondo del futuro - con i suoi motori di ricerca, robot e altre potenzialità informatiche - ci chiederà di avere capacità che finora sono state solo opzionali: per rispondere a queste richieste occorre che cominciamo a coltivare sin da ora queste capacità"

Il 26 aprile 2012, presso l'OECD Conference Centre, Paris, si è tenuta una conferenza sul tema
professore di Scienza dell’educazione e Psicologia alla Harvard University, professore di Neurologia alla School of Medicine dell'Università di Boston e condirettore dell'Harvard Project Zero, un gruppo di ricerca sulla natura dell'attività simbolica umana e sui meccanismi dell’apprendimento.
Noto soprattutto per la Teoria delle Intelligenze Multiple, si è occupato dello sviluppo delle capacità artistiche nei bambini e dell'ideazione di strumenti per migliorare l'apprendimento e la creatività. 
Potrete leggere qui una sua intervista, in cui risponde in modo articolato ad alcune questioni importanti:
1. La scuola e le 5 modalità di pensare (minds) per il futuro. (disciplinata, sintetica,creativa, rispettosa etica). H. Gardner sottolinea il fatto che la scuola è tradizionalmente attrezzata per le abilità cognitive disciplinate, mentre il pensiero sintetico, creativo ed etico sono meno considerati, mentre ora sono più necessarie che mai.
2. Cambiamenti da introdurre nelle pratiche didattiche. Gardner riflette sulla priorità data, in questi anni, ai punteggi relativi ai test di apprendimento (cui l'Ocse ha contribuito) che devono avere una collocazione di diverso ordine nel paesaggio educativo. Paesaggio educativa in cui deve stagliarsi in modo più preciso il tipo di persona che vogliamo cotivare e il tipo di società che vogliamo contribuire a formare.
3.Tecnologia e nuovi bisogni educativi. Gardner evidenzia il fatto che Internet costituisce una fonte smisurata di informazioni cui tutti possono attingere con facilità; compito della scuola (e non solo) deve essere l'educazione al pensiero critico, alla formulazione delle giuste domande rispetto alla attendibilità della fonte, del contenuto, dei dati che assumiamo come informazioni.
"Ironia della sorte, viviamo in un tempo nella storia del mondo dove è più possibile che mai per determinare ciò che è vero e cosa no. Ma si deve essere disposti a prendere il tempo per interrogare le fonti di ogni genere e di cambiare idea se i dati e gli argomenti puntano in un'altra direzione. In futuro, si presterà sempre maggiore attenzione alle fonti di informazione che sono note per essere disinteressate pronte a prendere in considerazione punti di vista alternativi, ad ammettere errori e a pubblicare le correzioni. Purtroppo, questi non sono i  primi descrittori che vengono in mente quando si considera la media dei blog!"

Trovo che, proprio come sanno fare solo i grandi, Gardner riesca a fare una sintesi rappresentativa delle necessità dell'educazione e della formazione nel 21esimo secolo che appartiene alle persone che sanno pensare in un certo modo: rigoroso e creativo allo stesso tempo, ma anche e soprattutto rivolto agli altri, rispettoso e collaborativo, critico e flessibile...

Ah...suggestiva l'immagine del paesaggio educativo con la figura-alunno-uomo in primo piano e i test a punteggio sullo sfondo...e tutte le cose che dice al proposito...leggete! 

Approfondimenti qui 

martedì 8 maggio 2012

...SCUOLA IN ITALIA...TORNARE A BARBIANA


Lunedì assistevo ad una lezione sui "Sistemi formativi e agenzia educative in Europa" un interessante excursus sulle risposte formative ed educative alle necessità economiche e sociali dei diversi periodi storici presi in considerazione.
Nel bel mezzo della dissertazione, irrompe (ora come allora) don Milani (insieme ad altri grandi: Rodari, Ciari, Lodi...) con il suo prezioso carico di pedagogia popolare fondata sul rispetto dell'uomo e della diversità, sulla necessità di intendere la scuola come luogo delle "pari opportunità".

La rete con i suoi nodi e con i suoi fili, mi ha fatto fare incrocio...un bellissimo articolo di Marco Rossi Doria, dal titolo emblematico: SCUOLA MALATA, E' ORA DI TORNARE A BARBIANA

Quando, nel 1967, uscì Lettera a una professoressa e arrivò in ogni angolo d’Italia il monito, severo e profetico, di don Milani: «la scuola ha un solo problema: i ragazzi che perde».

In quel libro c’erano i dati che mostravano che la classe sociale dei genitori determinava il successo o l’insuccesso scolastico, in larghissima misura. Quel monito ci sta ancora addosso. Perché è ancora oggi così. Sono i figli dei poveri a fallire a scuola. E sono tanti: il 20% del totale. Che tende a diventare il 30% e più nel Sud come nelle periferie del Centro e del Nord. Lo dicono i dati del ministero dell’Istruzione, quelli Istat, la Banca d’Italia, la relazione della Commissione indagine sulla povertà. Lo mostra, pezzo per pezzo, il bellissimo
Atlante dell’infanzia a rischio , curato da Save the children ricordandoci che mentre nella maggior parte d’Europa il figlio di un genitore di medio reddito e istruito ha 2 o 3 volte più probabilità di completare l’intero ciclo di studi, da noi ha 7,7 più probabilità! Il più grande scandalo d’Italia.

Così, è passato quasi mezzo secolo. Ma resta questo il principale problema non solo della scuola ma dell’intera società italiana. Dobbiamo riuscire a dare di più a chi parte con meno nella vita e la scuola va ancora ben sostenuta perché non vi è altro luogo che possa essere leva precoce di emancipazione e riequilibrio sociale.

Per questo l’Unione Europea dal 2000 - la famosa agenda di Lisbona ci chiede di scendere sotto il 10% di fallimento formativo. E la questione è che noi non ci siamo ancora riusciti. Benché siamo ben consapevoli che il non riuscirci, oltre a essere una minaccia alla coesione sociale, ci priva di enormi risorse umane capaci di azioni positive, un fatto che condiziona la stessa crescita economica. Perciò: l’agenda politica, le scelte nella revisione delle spese e degli investimenti pubblici deve tenere conto innanzitutto di questa questione.
  
Ma non fermatevi qui....leggete tutto l'articolo che propone importanti riflessioni sull'esperienza di Barbiana, su come essa abbia generato pratiche trasformative e innovative...

Proprio come Marco Rossi Doria ci dice in conclusione:
Dunque, la vicenda di Barbiana e delle buone scuole delle nostre troppe periferie non è solo un’azione a sostegno dell’equità e a vantaggio di una società democratica. Ma permette trasformazioni. E ci dice la direzione da prendere per tutta la scuola. Perché l’azione pedagogica diretta a chi ha più bisogno spesso muta gli approcci profondi e sa indicare vie innovative. La necessità fa virtù. Perciò don Milani diceva: «Verrà un giorno in cui coloro che vogliono guarire le scuole malate dovranno salire a Barbiana».

È ora di ripartire da una scuola a tutto tondo, che integri studio, esperienza, riflessione ben organizzata sul mondo e sul sé. E che consenta di riportare anche tutta la meraviglia del sapere diffuso dai nuovi media entro l’azione composita e costante di un luogo accogliente e rigoroso. Un luogo salvo e innovato.

Parole di Marco Rossi Doria, sottosegretario all'Istruzione...siamo autorizzati a sperare!

domenica 6 maggio 2012

A SCUOLA NEL REGNO UNITO/2



Il post precedente ha suscitato curiosità ed interesse, oltre che necessità di approfondimenti.
Raccolgo qui i contributi di Annarita che ci ha fornito importanti chiarimenti e le rispsote di Miriam rispetto ad alcune domande.
Annarita scrive:
Conosco il sistema educativo inglese per averlo studiato qualche anno fa, insieme agli altri sistemi educativi europei, fa quando mi occupavo attivamente di valutazione. Pertanto, ero a conoscenza delle belle cose raccontate da Miriam.
1) Il sistema educativo inglese è fortemente decentralizzato sin dal XIX secolo, con tutto ciò che ne consegue in fatto di responsabilità: sono infatti le Local Education Authorities (LEAs), 96 in tutto il paese, che amministrano tutto il sistema e si occupano di garantire che l'istruzione pubblica gratuita venga fornita in modo adeguato.

2)L'istruzione pubblica è gratuita. Le scuole inglesi si dividono in maintained (scuole statali) e independent (scuole private). Le scuole private sono in totale più di 2500 e si sostengono con il pagamento delle rette scolastiche o con aiuti provenienti da enti privati. Il loro standard è molto elevato.

3)In Inghilterra c'è un sistema di valutazione scolastica molto dettagliato e le valutazioni ricevute dai professori vengono ampiamente pubblicizzate, in modo che le famiglie abbiano in mano il maggior numero possibile di informazioni per decidere in quali istituti iscrivere i propri figli. Il Performance management in base al quale viene valutato il lavoro degli insegnanti è composto da tre fasi: pianificazione degli obiettivi, monitoraggio dei progressi, valutazione finale dell'insegnante.
4)Sono le scuole che singolarmente decidono quanti insegnanti tenere nel proprio organico. Il Board of Governors (Consiglio di Amministrazione) si occupa delle procedure selettive: non esiste infatti una graduatoria degli insegnanti. La nomina dei nuovi insegnanti è spesso delegata dal Board ai direttori delle scuole. Per esercitare la professione gli insegnanti sono tenuti a ottenere la qualifica del Department for Education and Skills e a essere registrati al General Teaching Council. L'abilitazione all'insegnamento non garantisce automaticamente un posto di lavoro. Dopo un periodo di prova solitamente gli insegnanti hanno contratti a tempo indeterminato.
E' la scuola stessa che paga i professori. Gli stipendi sono regolati da un contratto nazionale, ma ci sono retribuzioni supplementari in base ai risultati. Le scuole possono dare premi, incentivi e gratifiche per trattenere i professori più bravi. Gli aumenti di stipendio per gli insegnanti vengono decisi dai singoli istituti e dai consigli di amministrazione. Il contratto di base degli insegnanti prevede 1265 ore di servizio annuali, che le varie scuole gestiscono a seconda delle necessità. Le ore settimanali di lavoro sono circa 37. La busta paga annuale di un insegnante del Regno Unito è di circa 32 mila euro, in Italia invece un insegnante guadagna circa 23 mila euro all'anno.

Ci sarebbe altro da dire, ma molto lo ha illustrato Miriam. C'è anche da precisare che nel Regno unito il mestiere di insegnante viene intrapreso da chi ama veramente questo tipo di lavoro, mentre in Italia l'insegnamento è spesso soltanto un tipo di lavoro ed una corsa al posto fisso sicuro!

Scaturisce da sé che un confronto tra due sistemi scolastici educativi così diversi non può che sottolineare le mancanze del nostro.

Miriam risponde alla domanda sulla tipologia di scuola frequentata dai suoi figli

La scuola dei miei figli è quella pubblica, assegnata dal comune a seconda dell'area di residenza, praticamente la scuola  che frequentano tutti i bambini del posto, pubblica che di più non si può e siamo molto felici di questa opportunità.
In Tanzania la scuola era quella internazionale ed era privata, anche perchè le scuole pubbliche africane erano in lingua swahili, erano usuali le punizioni corporali e c'erano 150 studenti a classe.


Miriam sul tutor
Il tutor di cui parlo è un insegnante della classe che vede i ragazzi per più ore in settimana (prevalente appunto), tipo il coordinatore di classe  (ma che viene giustamente remunerato per il suo lavoro) che si occupa dei rapporti con le famiglie e con i ragazzi.

Miriam sulla valutazione degli studenti

proprio venerdì mi è arrivata la pagella di Paolo del secondo trimestre (semplici fogli A4 stampati...) dove per ogni materia c'è una valutazione per ogni materia espressa in lettere A B C D... , i progressi che possono essere +, =, -, l'impegno che va da E=excellent, C=commendable (lodevole), S=satisfactory, D=disappointing(deludente), U=unsatisfactory.

Poi c'è un commento scritto per ogni materia con un giudizio complessivo sulla vita scolastica del ragazzo, i progressi e gli obiettivi. in ogni materia un ultimo spazio è dedicato agli obiettivi che l'alunno può raggiungere, e questi sono quelli di cui il docente ha parlato col ragazzo e con i genitori in sede di udienza...

Miriam segnala anche un documento riassuntivo sui sistemi scolastici anglofoni, in un sito molto interessante!

ANCORA CONSIDERAZIONI MIE  (alla luce dei nuovi approfondimenti)
Annarita dice che comparando i due sistemi risulta evidente un notevole squilibrio a demerito nostro...
Un sistema, quello inglese, che si basa:
SULLA DECENTRALIZZAZIONE E SULL'AUTONOMIA DEGLI ISTITUTI,  
SUL LEARNING BY DOING, 
SULL'APPRENDIMENTO CENTRATO SULLO STUDENTE, RESPONSABILE DEL PROPRIO APPRENDIMENTO, 
SULL'INTEGRAZIONE DELLE TECNOLOGIE NELLA DIDATTICA,  
SULLA COLLEGIALITA' DEL TEAM DOCENTE
SULLA VALUTAZIONE TRASPARENTE E FORMATIVA (volta al raggiungimento e miglioramento dei propri traguardi formativi)
SULLA FORMAZIONE, VALUTAZIONE E RETRIBUZIONE ADEGUATA DEGLI INSEGNANTI...
il tutto in una SCUOLA PUBBLICA...che, come dice Miriam, più PUBBLICA NON SI PUO'!


martedì 1 maggio 2012

A scuola nel Regno Unito

Miriam Paternoster :" I’m an Italian middle school art teacher, but now I’m living in UK with my family".
Conosco personalmente Miriam Paternoster, che potrete anche voi incontrare nel blog Arteascuola, (This blog is a place to share, swap, and explore lessons, systems, and creations in other art classrooms) dove Miriam condivide lavori e capolavori che ha realizzato a scuola, in Italia, che ora realizza insieme ai suoi figli, a casa e a scuola nel Galles, dove attualmente risiede.
Dalle attività condivise comprenderete l'attenzione che pone nel proporre attività creative che coinvolgano gli alunni nella sperimentazione di tecniche e  materiali diversi, con l'obiettivo di ottenre prodotti che incrementino il senso di autonomia, di autoefficacia, di collaborazione e di rispetto dei ragazzi...insomma "learning by doing" e "learning is an experience"...

Miriam & family...è anche una bella e lunga storia che narra scelte di vita particolari vissute in una casa-mondo e in una scuola-mondo per i suoi figli...(ne riparleremo con lei...)

Attualmente, come avete letto, vive in UK con la famiglia, 3 figli che potete ammirare qui e che, come documentano le divise orgogliosamente indossate...frequentano le scuole del regno Unito

first day  of school 2011 - by Miriam

Non ho resistito alla tentazione di contattarla e di farle un'intervista (via mail) su alcuni aspetti del sistema scolastico d'oltremanica.
Che idea hai potuto farti della scuola inglese?
La mia esperienza è forse superficiale , ma  da mamma di tre bambini che per 3 anni hanno frequentato scuole internazionali posso avere almeno qualche opinione realistica al riguardo. Comunque sto frequentando la scuola di mio figlio ed assisto alle lezioni nel dipartimento di arte ed è già qualcosa per rendersi conto dei metodi e degli obiettivi che questo educational system vuole raggiungere, soprattutto se confrontate con la scuola italiana.
 
Spazi fisici: 
nella scuola primaria si notano le differenze più grandi, le classi sono organizzate secondo lo spazio laboratoriale ( vedi http://laproffa.blogspot.co.uk/2010/10/scuola-senza-zaino.html ) e quindi non esiste la lezione di tipo frontale come la facciamo noi. TUTTE le classi hanno lavandini, librerie, computer in classe e L.I.M.

ecco l'esempio di una nostra aula e un'aula di una scuola europea/internazionali



 Materiali
Alle elementari hanno vari quaderni in carta riciclata forniti dalla scuola e non li portano quasi mai a casa, vanno a scuola con una "bustina" con dentro un fascicoletto o un libretto o un quadernino con una penna, perchè tutto il materiale è a scuola, i libri non ci sono perchè tutto quello che serve è ON LINE vedi anche http://www.senzazaino.it/
 
 Metodi e tecnologia
I metodi sono molto basati sull'esperienza perchè "learning is experience" quindi non esistono solo  libro\gesso\lavagna  e la tecnologia è una parte fondamentale dell'apprendimento visto che ormai abbiamo a che fare tutti con nativi digitali e non si può assolutamente omettere questo aspetto nel sistema dell'apprendimento scolastico.
Parlando di tecnologia nella scuola primaria c'è un box con una ventina di iPad da utilizzare a rotazione nelle classi, mio figlio di 7 anni partecipa alle lezioni cosiddette "Opzionali" del "Technology club" dove usano gli iPad per disegnare, fare giochi linguistici e matematici... immagina l'interesse e il divertimento, altro che contaminare i bambini!

Homeworks
I ragazzi hanno pochissimi compiti a casa, per lo più devono finire dei lavoro cominciati a scuola e devono soprattutto leggere (qualsiasi cosa purchè leggano...), molti compiti sono on line, il bambino ha un suo account in un sito di matematica in rete con la scuola e il professore dà i compiti sul sito, vede i progressi del ragazzo, controlla se i compiti sono stati fatti o no. tra il resto su questi siti ci sono esempi per comprendere passo passo la consegna che ti viene data quindi attraverso la revisione poi il ragazzo è in grado di fare i compiti da solo. C'è un punteggio, una media , un'autovalutazione, la possibilità di parlare con gli insegnanti, la possibilità di simulare i test con le spiegazioni durante il percorso e  di ripetere i test sbagliati comprendendo gli errori commessi... insomma, tutto quello che si vuole.
 
Colloqui con i genitori (e alunni)
Ad esempio: io e Mario andiamo a udienza per sapere come va nostro figlio Paolo e chiaramente è invitato anche lui in divisa impeccabile. Intanto c'è un tutor della classe che spiega tutta la situazione scolastica dell'alunno e noi ci facciamo un'udienza sola e non dodici udienze separate (poi si può chiedere appuntamento "privato" con un docente in particolare tramite libretto personale...). Poi quando entriamo c'è UNA sedia davanti al docente e due seggioline ai lati, quasi dietro la sedia centrale. Hai già capito dove voglio arrivare: l'udienza è del ragazzo di fronte al suo tutor, è sua la responsabilità del SUO studio, dei SUOI compiti, dei SUOI obiettivi e desideri. Viene mostrata la pagella e vengono discussi i voti, con molta serenità e molti sorrisi, poi viene chiesto al ragazzo che cosa non è andato bene, che cosa gli è interessato di più , cosa secondo lui può migliorare e come. A quel punto vengono scritti i targets da raggiungere per il prossimo mese, o quadrimestre e vengono concordati dall'insegnante e dal ragazzo... E' una specie di accordo dove l'alunno si prende la responsabilità di provarci, di fare del suo meglio e di chiedere aiuto se ne ha bisogno: AUTONOMIA, RESPONSABILITA'.
 
Valutazione
Ovviamente registri, pagelle, report sono tutti in rete...
  Altra cosa fondamentale secondo me, c'è una pagella con i voti delle varie materie, ma poi vengono valutati anche COMPORTAMENTO, IMPEGNO, COMPITI A CASA con una valutazione per ciascuna voce.
I miei figli qua sono stranieri e allora puoi immaginare la leggera apprensione che avevo per il loro rendimento scolastico... con loro ho concordato che questa seconda pagella doveva essere piena di "A", perchè su quella non avevano scuse, non c'entra essere madrelingua e avere difficoltà di comprensione del testo o trattare argomenti completamente nuovi... c'entra solo il rispettare le regole, mettercela tutta, chiedere aiuto e fare quello che ti viene chiesto meglio che si può, E PER QUESTO vieni valutato. Per la prima pagella andava bene qualsiasi voto...
La disciplina è stabilita e condivisa da TUTTA la classe insegnante in maniera uguale (limiti,  sanzioni,  soluzioni) e credo che questa sia la grande forza di queste scuole, le regole e le sanzioni sono chiare, stabilite scritte nero su bianco per alunni genitori e insegnanti

Qualche considerazione (by Miriam)
Dovrei fare un lungo discorso con te riguardo alle differenze che ho colto tra il nostro sistema scolastico e quello internazionale...perchè gli argomenti sono davvero tanti! 
Dalla mia esperienza personale credo che qui ci sia molta più attenzione alla responsabilizzazione e l'autonomia del bambino fin dai primi anni di scuola, è lui il primo responsabile delle sue scelte, della sua vita, dei suoi doveri e dei suoi obiettivi, e gli obiettivi principali alle elementari sono quelli che fanno diventare persone prima che alunni. Il focus è molto improntato sul rispetto, sulla convivenza, sulla responsabilità della persona che vive in mezzo ad altre persone e che quindi deve rispettare le regole, come in un gioco, come nello sport, come in una famiglia... questi concetti vengono messi al primo posto, prima della didattica, prima dei programmi ministeriali, dei voti e delle pagelle.
La mia non è una cieca lode al sistema educativo internazionale, il bello di avere esperienze che durino più di qualche mese ti dà un'idea realistica dei pro e dei contro ed è questa capacità critica che vorrei affinare prima di rientrare in Italia...
 
Qualche considerazione (mia)
Ho letto la mail di Miriam come si legge un libro di fiabe...mi sembrava un incanto...ambienti di apprendimento laboratoriali, tecnologie che supportano realmente la didattica, lim, ipad, tutor di classe...responsabilità del proprio apprendimento, pochi compiti a casa... tutto quello che cerchiamo di fare anche noi...ma con grandi resistenze da parte di colleghi, dirigenti, e a volte anche genitori...tutti ancorati ad una visione della scuola di fine '800.
 
Come dice Giovanni Biondi "Se    un    viaggiatore    nel    tempo    potesse    arrivare dall’Ottocento...faticherebbe certamente a riconoscere il mondo, ma se entrasse in una classe capirebbe facilmente di essere a scuola”
 
Miriam si è resa disponibile ad altri approfondimenti...se avete domande ponetele qui nei commenti, vediamo di non perdere questa occasione che ci permette di avere notizie di prima mano...
 
Grazie Miriam...al prossimo approfondimento!