domenica 6 maggio 2012

A SCUOLA NEL REGNO UNITO/2



Il post precedente ha suscitato curiosità ed interesse, oltre che necessità di approfondimenti.
Raccolgo qui i contributi di Annarita che ci ha fornito importanti chiarimenti e le rispsote di Miriam rispetto ad alcune domande.
Annarita scrive:
Conosco il sistema educativo inglese per averlo studiato qualche anno fa, insieme agli altri sistemi educativi europei, fa quando mi occupavo attivamente di valutazione. Pertanto, ero a conoscenza delle belle cose raccontate da Miriam.
1) Il sistema educativo inglese è fortemente decentralizzato sin dal XIX secolo, con tutto ciò che ne consegue in fatto di responsabilità: sono infatti le Local Education Authorities (LEAs), 96 in tutto il paese, che amministrano tutto il sistema e si occupano di garantire che l'istruzione pubblica gratuita venga fornita in modo adeguato.

2)L'istruzione pubblica è gratuita. Le scuole inglesi si dividono in maintained (scuole statali) e independent (scuole private). Le scuole private sono in totale più di 2500 e si sostengono con il pagamento delle rette scolastiche o con aiuti provenienti da enti privati. Il loro standard è molto elevato.

3)In Inghilterra c'è un sistema di valutazione scolastica molto dettagliato e le valutazioni ricevute dai professori vengono ampiamente pubblicizzate, in modo che le famiglie abbiano in mano il maggior numero possibile di informazioni per decidere in quali istituti iscrivere i propri figli. Il Performance management in base al quale viene valutato il lavoro degli insegnanti è composto da tre fasi: pianificazione degli obiettivi, monitoraggio dei progressi, valutazione finale dell'insegnante.
4)Sono le scuole che singolarmente decidono quanti insegnanti tenere nel proprio organico. Il Board of Governors (Consiglio di Amministrazione) si occupa delle procedure selettive: non esiste infatti una graduatoria degli insegnanti. La nomina dei nuovi insegnanti è spesso delegata dal Board ai direttori delle scuole. Per esercitare la professione gli insegnanti sono tenuti a ottenere la qualifica del Department for Education and Skills e a essere registrati al General Teaching Council. L'abilitazione all'insegnamento non garantisce automaticamente un posto di lavoro. Dopo un periodo di prova solitamente gli insegnanti hanno contratti a tempo indeterminato.
E' la scuola stessa che paga i professori. Gli stipendi sono regolati da un contratto nazionale, ma ci sono retribuzioni supplementari in base ai risultati. Le scuole possono dare premi, incentivi e gratifiche per trattenere i professori più bravi. Gli aumenti di stipendio per gli insegnanti vengono decisi dai singoli istituti e dai consigli di amministrazione. Il contratto di base degli insegnanti prevede 1265 ore di servizio annuali, che le varie scuole gestiscono a seconda delle necessità. Le ore settimanali di lavoro sono circa 37. La busta paga annuale di un insegnante del Regno Unito è di circa 32 mila euro, in Italia invece un insegnante guadagna circa 23 mila euro all'anno.

Ci sarebbe altro da dire, ma molto lo ha illustrato Miriam. C'è anche da precisare che nel Regno unito il mestiere di insegnante viene intrapreso da chi ama veramente questo tipo di lavoro, mentre in Italia l'insegnamento è spesso soltanto un tipo di lavoro ed una corsa al posto fisso sicuro!

Scaturisce da sé che un confronto tra due sistemi scolastici educativi così diversi non può che sottolineare le mancanze del nostro.

Miriam risponde alla domanda sulla tipologia di scuola frequentata dai suoi figli

La scuola dei miei figli è quella pubblica, assegnata dal comune a seconda dell'area di residenza, praticamente la scuola  che frequentano tutti i bambini del posto, pubblica che di più non si può e siamo molto felici di questa opportunità.
In Tanzania la scuola era quella internazionale ed era privata, anche perchè le scuole pubbliche africane erano in lingua swahili, erano usuali le punizioni corporali e c'erano 150 studenti a classe.


Miriam sul tutor
Il tutor di cui parlo è un insegnante della classe che vede i ragazzi per più ore in settimana (prevalente appunto), tipo il coordinatore di classe  (ma che viene giustamente remunerato per il suo lavoro) che si occupa dei rapporti con le famiglie e con i ragazzi.

Miriam sulla valutazione degli studenti

proprio venerdì mi è arrivata la pagella di Paolo del secondo trimestre (semplici fogli A4 stampati...) dove per ogni materia c'è una valutazione per ogni materia espressa in lettere A B C D... , i progressi che possono essere +, =, -, l'impegno che va da E=excellent, C=commendable (lodevole), S=satisfactory, D=disappointing(deludente), U=unsatisfactory.

Poi c'è un commento scritto per ogni materia con un giudizio complessivo sulla vita scolastica del ragazzo, i progressi e gli obiettivi. in ogni materia un ultimo spazio è dedicato agli obiettivi che l'alunno può raggiungere, e questi sono quelli di cui il docente ha parlato col ragazzo e con i genitori in sede di udienza...

Miriam segnala anche un documento riassuntivo sui sistemi scolastici anglofoni, in un sito molto interessante!

ANCORA CONSIDERAZIONI MIE  (alla luce dei nuovi approfondimenti)
Annarita dice che comparando i due sistemi risulta evidente un notevole squilibrio a demerito nostro...
Un sistema, quello inglese, che si basa:
SULLA DECENTRALIZZAZIONE E SULL'AUTONOMIA DEGLI ISTITUTI,  
SUL LEARNING BY DOING, 
SULL'APPRENDIMENTO CENTRATO SULLO STUDENTE, RESPONSABILE DEL PROPRIO APPRENDIMENTO, 
SULL'INTEGRAZIONE DELLE TECNOLOGIE NELLA DIDATTICA,  
SULLA COLLEGIALITA' DEL TEAM DOCENTE
SULLA VALUTAZIONE TRASPARENTE E FORMATIVA (volta al raggiungimento e miglioramento dei propri traguardi formativi)
SULLA FORMAZIONE, VALUTAZIONE E RETRIBUZIONE ADEGUATA DEGLI INSEGNANTI...
il tutto in una SCUOLA PUBBLICA...che, come dice Miriam, più PUBBLICA NON SI PUO'!


3 commenti:

Sybille ha detto...

Grazie per l'approfondimento. Avrei un'altra domanda, recentemente ho avuto occasione di poter confrontare il modello italiano con quello della Germania (orribile), vorrei sapere nel UK come funziona con i ragazzi che hanno bisogno di un sostegno. Come in Italia, c'é il modello di integrazione? (ci sono gli insegnanti di sostegno, se servono?) Oppure, come appunto in Germania, o sei all'altezza della scuola "normale" o ti tocca la "Sonderschule/Förderschule" (cioé la scuola "speciale" per chi ha problemi di apprendimento/comportamento)?
Ci tengo a dire che secondo me qui il modello italiano é buonissimo, anche se magari poi ci possono essere dei problemi nel concreto (per i tagli ecc.). Lo dico anche come persona che per e con i suoi figli ha scelto l'homeschooling fino alla terza media (a proposito sempre la Germania é anche fra i pochi paesi europei che lo vieta, con una legge del 1938), non tanto per problemi concreti con la scuola ma piú come stile di vita. Sono sicuramente fra quelli che vedono tante cose da migliorare nelle nostre scuole, peró bisogna anche valorizzare quello che é buono nel nostro modello scolastico. Ciao e a presto! :)

Annarita ha detto...

Provo a rispondere a Sybille consigliandola lettura dell'articolo, a questo link, per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno nel sistema della scuola pubblica inglese.

Grazie della sintesi, France. Ritornerò a leggere con più calma.
Adesso sono a scuola.

Un salutone a tutti.

france ha detto...

Grazie delle interazioni!