giovedì 25 giugno 2009

CREATIVITA'......riflessioni


“Lo spiritus phantasticus secondo Giordano Bruno è un mundus quidem et sinus inexplebilis formarum et specierum (un mondo o un golfo, mai saturabile, di formee d’immagini).
Ecco, io credo che attingere a questo golfo della molteplicità potenziale sia indispensabile per ogni forma di conoscenza.
La mente del poeta e in qualche momento decisivo la mente dello scienziato funzionano
secondo un procedimento d’associazione d’immagini che è il sistema più veloce di collegare e scegliere tra le infinite forme del possibile e dell’impossibile.
La fantasia è una specie di macchina elettronica che tiene conto di tutte le combinazioni possibili e sceglie quelle che rispondono a un fine, o che semplicemente sono le più interessanti, piacevoli, divertenti.”
(Calvino, 1988)

5 commenti:

Annarita ha detto...

Cara France,non sono molto d'accordo con la frase di Calvino perchè la creatività batte la fantasia cento a uno! Provo a chiarire meglio.

La creatività è qualcosa di concreto, nel senso che suggerisce soluzioni fantasiose ed originali ad un problema o situazione problematica.
La fantasia è ciò che può portare alla creatività ma anche no.
Una persona creativa cerca nuove strade per arrivare all'obiettivo, una persona fantasiosa cerca nuove strade ma non arriva generalmente da nessuna parte...

La fantasia è spesso irrealizzabile. La creatività mai.

Faccio un esempio che chiarisce, mi auguro, come il prevalere della fantasia sulla creatività è stato ed è tuttora trasversale nella nostra società.

Fumetti di Walt Disney! Dai primi tempi del suo creatore, sino agli anni Cinquanta, le storie di Topolino e di Paperino erano veri racconti. Avevano un filo logico, una trama talmente forti che esse si prestavano ad essere raccontate anche senza l’ausilio delle immagini. Con gli anni Sessanta l’attrazione e la “sostanza” delle storie hanno cominciato a diventare sempre più deboli, per arrivare negli anni Ottanta, Novanta e primo decennio del Duemila ad una fragilità e inconsistenza direi totali.

Quelle che erano vere trame poliziesche del detective Topolino sono diventate fantasiose leggende metropolitane di giganteschi coccodrilli, che vivono nelle fogne della città, o di aggressive lumache, delle dimensioni di un pianeta, che navigano nello spazio. Le vicende del simpatico e sfortunato Paperino, che facevano tanto sorridere un tempo, sono ora diventate episodi senza senso di un papero stupido, prepotente e disonesto.
Il problema? La scarsità di capacità creativa ha moltiplicato il ricorso alla fantasia...

Ergo creatività sempre.

Baci e buona domenica.

france ha detto...

Cara, fantastica Annarita,
non mi sembra che le tue convinzioni siano così diverse da quelle espresse qui sopra da Calvino...
La fantasia è da considerarsi come "spiritus phantasticus" cioè la capacità di pescare dal mare delle immagini costruite nella nsotra mente, pescare e poi assemblare, accoppiare, rimescolare, ricombinare...e questo porta all'atto creativo che è ri-combinazione e non ri-produzione...
E' importante allora che ognuno coltivi il suo spirito fantastico, la fantasia che permette associazioni inedite e originali di ciò che abbiamo immagazzinato...

Annarita ha detto...

sìsì..basta che poi si vada oltre la fantasia per convogliare il tutto nell'atto creativo.

La fantasia è la condizione di partenza mentre l'atto creativo va oltre...diciamo che concretizza la fantasia, che altrimenti si disperderebbe in mille rivoli...

Questo è il mio punto di vista of course.

Lia ha detto...

Scusate se arrivo tardi, mi inserisco subito, perchè Calvino per me è una bibbia.

Avete capito bene il suo pensiero: la fantasia per lui è il punto di partenza dell'atto creativo. Bisogna sempre ricordare che Calvino era uno scrittore e che parlava soprattutto per la letteratura.

La cosa prima era per lui che nella mente si formassero delle immagini fantasiose, cioè non banali, non ripetitive, partendo da queste lo srittore comincia un lungo percorso, infatti " la fantasia è come una marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane..."

Il pane è quel substrato di cultura e di metodo sul quale l'artista costruisce.

E' un pane fatto di lavoro "esatto, metodico, fatto secondo certe regole", che ha poco a che fare con la ricerca della creatività. Quella è semplicemente il risultato di un duro lavoro.

Prego di notare come, anche qui, si nota l'esigenza fortissima di Calvino di mettere in contatto il mondo umanistico con l'esattezza della scienza...

Dunque, partire dalla fantasia per arrivare alla creatività.

Quello che consola è sapere che grandi artisti del nostro tempo, Renzo Piano, per dirne uno a caso, hanno fatto delle sue lezioni la strada da percorrere per arrivare all'atto creativo.

Questo significa che il nostro Millennio non ha per niente smarrito la fantasia calvinianamente intesa...

france ha detto...

Infatti Lia, la creatività risponde a delle regole logiche....
Grazie di questo tuo sentito e ricco contributo!
A presto presto
france