mercoledì 30 marzo 2011
domenica 27 marzo 2011
COMPUTER IN AULA...tra entusiami e cautele
All'inizio di gennaio Armando Massarenti, scriveva un intrigante articolo sulla Domenica 24, dal titolo "Cosa sta facendo internet ai vostri neuroni" in cui faceva una disanima delle affermazioni, più o meno provate scientificamente, relativamente alla relazione tra media, educazione e cervello.
In particolare faceva riferimento all'interazione che svilupperebbe creatività e generosità (Shirky), all'azione dei neuroni a specchio attivati dalla visione di immagini e filmati veicolati dal web (Rizzolatti)
Consolante questa affermazione:
"Da questi studi emerge che il learning by doing, l'imparare facendo di deweyiana memoria, magari introiettato attraverso i videogiochi, prepara il cervello alla soluzione di problemi via via più complessi, ed è quindi una risorsa preziosa per l'educazione. Lo si vede bene nei test Ocse-Pisa. I ragazzi che fanno uso delle tecnologie informatiche tendono ad avere risultati migliori, non tanto per il vantaggio tecnologico in sé, ma per il tipo di abilità "aperte" che sono in grado di sviluppare."
Ancora, nell'articolo si ricompone il dilemma nativi e immigrati digitali: ad ogni età il nostro cervello è plastico e pronto a rimodellarsi.
Una seconda ricomposizione viene offerta da Henry Jenkins in Culture partecipative e competenze digitali (Guerini) – «multitasking e attenzione non dovrebbero essere viste come forze opposte tra loro. Dovremmo, piuttosto, pensare a esse come abilità complementari, entrambe usate dal cervello in modo strategico per affrontare in maniera intelligente i limiti della memoria a breve termine». Nella storia umana, del resto, siamo stati sia «contadini», cui è necessaria un'attenzione focalizzata, sia «cacciatori», capaci di «scansionare un territorio complesso alla ricerca di segni e indizi per capire dove le sue prede siano nascoste». «Per secoli, le istituzioni scolastiche sono state strutturate per creare "contadini"», osserva Jenkins.
In conclusione dell'articolo Massarenti presenta una non proprio nuova opzione di sviluppo delle nostre capacità di base, la cosiddetta "opzione click" per dirla conAntonio Battro e J. P. Denham (Ledizioni). Facoltà condivisa con primati e altri animali…che i cuccioli d'uomo saranno pronti ad usarlo per aprire nuovi mondi, affrontare sfide e inediti problem solving, continuando a rimodellare il proprio cervello per i cent'anni che si aspettano di vivere.
Oggi riprende l'argomento, sempre sullo stesso giornale, Roberto Casati con questo articolo
Computer in aula? Con cautela
in cui contrappone, ad ogni punto, argomentati suggerimenti improntati appunto alla cautela...verso facili entusiasmi, repentini cambiamenti metodologici o pericolose sfide tra insegnanti e strumenti tecnologici…
L'analisi prosegue all'interno della didattica: interessanti indicazioni sull'uso attivo di Wikipedia. per non subire le fonti, ma contribuire a editarle, per assumere punti di vista improntati alla riflessività e alla selezione responsabile dei dati.
Un suggerimento illuminante: il mese della lettura (forse basterebbe una settimana ogni quadrimestre) sospendendo qualsiasi altra attività didattica.
Infine una segnalazione importante, il sito dell'Indire che cerca di raccogliere le buone pratiche della scuola italiana.
Per partire da ciò che si fa, per condividere, per essere in Rete!
In particolare faceva riferimento all'interazione che svilupperebbe creatività e generosità (Shirky), all'azione dei neuroni a specchio attivati dalla visione di immagini e filmati veicolati dal web (Rizzolatti)
Consolante questa affermazione:
"Da questi studi emerge che il learning by doing, l'imparare facendo di deweyiana memoria, magari introiettato attraverso i videogiochi, prepara il cervello alla soluzione di problemi via via più complessi, ed è quindi una risorsa preziosa per l'educazione. Lo si vede bene nei test Ocse-Pisa. I ragazzi che fanno uso delle tecnologie informatiche tendono ad avere risultati migliori, non tanto per il vantaggio tecnologico in sé, ma per il tipo di abilità "aperte" che sono in grado di sviluppare."
Ancora, nell'articolo si ricompone il dilemma nativi e immigrati digitali: ad ogni età il nostro cervello è plastico e pronto a rimodellarsi.
Una seconda ricomposizione viene offerta da Henry Jenkins in Culture partecipative e competenze digitali (Guerini) – «multitasking e attenzione non dovrebbero essere viste come forze opposte tra loro. Dovremmo, piuttosto, pensare a esse come abilità complementari, entrambe usate dal cervello in modo strategico per affrontare in maniera intelligente i limiti della memoria a breve termine». Nella storia umana, del resto, siamo stati sia «contadini», cui è necessaria un'attenzione focalizzata, sia «cacciatori», capaci di «scansionare un territorio complesso alla ricerca di segni e indizi per capire dove le sue prede siano nascoste». «Per secoli, le istituzioni scolastiche sono state strutturate per creare "contadini"», osserva Jenkins.
In conclusione dell'articolo Massarenti presenta una non proprio nuova opzione di sviluppo delle nostre capacità di base, la cosiddetta "opzione click" per dirla conAntonio Battro e J. P. Denham (Ledizioni). Facoltà condivisa con primati e altri animali…che i cuccioli d'uomo saranno pronti ad usarlo per aprire nuovi mondi, affrontare sfide e inediti problem solving, continuando a rimodellare il proprio cervello per i cent'anni che si aspettano di vivere.
Oggi riprende l'argomento, sempre sullo stesso giornale, Roberto Casati con questo articolo
Computer in aula? Con cautela
in cui contrappone, ad ogni punto, argomentati suggerimenti improntati appunto alla cautela...verso facili entusiasmi, repentini cambiamenti metodologici o pericolose sfide tra insegnanti e strumenti tecnologici…
L'analisi prosegue all'interno della didattica: interessanti indicazioni sull'uso attivo di Wikipedia. per non subire le fonti, ma contribuire a editarle, per assumere punti di vista improntati alla riflessività e alla selezione responsabile dei dati.
Un suggerimento illuminante: il mese della lettura (forse basterebbe una settimana ogni quadrimestre) sospendendo qualsiasi altra attività didattica.
Infine una segnalazione importante, il sito dell'Indire che cerca di raccogliere le buone pratiche della scuola italiana.
Per partire da ciò che si fa, per condividere, per essere in Rete!
Articoli davvero interessanti, da condividere appunto...
(per le foto esplicative rimando ad Aurora :) )
(per le foto esplicative rimando ad Aurora :) )
mercoledì 23 marzo 2011
LA VOCE DEL FIUME...
Prime giornate di primavera e prime uscite alla ricerca di voci e di storie...
Il nostro lavoro sul fiume non si è interrotto...continua nello specifico del nostro territorio.
E così ieri ci siamo recati a vedere e a sentire il nostro fiume. E' stato bello sostare in silenzio (!) ad ascoltare la sua voce sommessa e nello stesso tempo insistente e continua, ad ammirare la vegetazione irrequieta che si fa spazio lungo le sue sponde, gli animali padroni di quell'habitat...anche se la cosa più affascinante è stata quella di osservare i ciottoli, i sassi, i macigni portati a valle dalla forza delle acque, a parecchie decine di chilometri dalle montagne sui cui erano abbarbicati, tutti morbidamente arrotondati.
E sono stati proprio questi sassi, che l'uomo da sempre utilizza per costruire i muretti che recintano le campagne, a raccontarci la lunga storia del fiume, il lungo percorso, le diverse tipologie di rocce di cui sono costituiti i gruppi montuosi erosi dal nostro corso d'acqua...graniti bianchi e neri, graniti,argentati, verdi...striati, porfidi rosso cupo, dolomie bianchissime...rocce miste....
Un vero spettacolo che ha entusiasmato i nostri viaggiatori...una bella lezione di storia, geografia, scienze, educazione alla percezione, italiano....tutta sotto la benedizione di un sole chiaro che ci ha aiutato a tenere gli occhi ben aperti...perchè...
"Il vero viaggio di scoperta non consite nel vedere nuove terre...ma guardare terre conosciute con nuovi occhi" (M.Proust)Aggiornamento: Scopro ora (mi era sfuggito sorry :() che ieri era il Wordl Water Day 2011...che bella coincidenza!
lunedì 21 marzo 2011
21 marzo:giornata mondiale della poesia...
La Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo seguente. La data, che segna anche il primo giorno di primavera, riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.
L’UNESCO negli anni ha voluto dedicare la giornata all’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni. Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica.
L’UNESCO negli anni ha voluto dedicare la giornata all’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni. Tra le diverse forme di espressione, infatti, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica.
Bello questo connubio...l'inizio della primavera e la giornata della poesia...in questi giorni in cui tendiamo a tenere gli occhi a terra...la poesia ci aiuta ad alzarli per guardare ciò che ci circonda, la natura ma soprattutto GLI ALTRI!
Per festeggiare l'avvenimento, abbiamo scritto insieme, riaddattandola alla nostra classe e alle nostre idee, questa meta-poesia di Roberto Piumini:
Per fare la poesia
Per fare la poesia
si prende una p
come pialla, pasta, pietra;
poi si prende una o
come oro,ombra,orizzonte;
poi si prende una e
come erba, edera, esilio;
poi si prende una s
come sole, sale, silenzio;
poi si prende una i
come io, isola, Icaro;
poi si prende una a
come acqua, arancia, ala,
poi si mettono insieme
senza odio, senza noia,
senza fretta,senza rabbia,
senza malinconia,
e si fa la poesia.
Per fare la poesia
si prende una p
come pialla, pasta, pietra;
poi si prende una o
come oro,ombra,orizzonte;
poi si prende una e
come erba, edera, esilio;
poi si prende una s
come sole, sale, silenzio;
poi si prende una i
come io, isola, Icaro;
poi si prende una a
come acqua, arancia, ala,
poi si mettono insieme
senza odio, senza noia,
senza fretta,senza rabbia,
senza malinconia,
e si fa la poesia.
Roberto Piumini
sabato 19 marzo 2011
LUNA...piena...di sogni...
Ci hanno allertati da qualche giorno, ci hanno allertati di un evento che non è stra-ordinario, ma che oggi, per nostra fortuna coincide con il plenilunio...oggi la luna raggiunge la distanza minima dalla terra, proprio nel giorno del suo massimo chiarore... qui approfondimenti sui dettagli scientifici
Ed allora godiamoci questa occasione di stare...a rimirar la luna...e provare, nonostante tutto, a sognare...(operazione difficile di questi tempi...),
come vedete la sua luce sconfigge l'opprimente grigio delle nuvole...
Ed allora godiamoci questa occasione di stare...a rimirar la luna...e provare, nonostante tutto, a sognare...(operazione difficile di questi tempi...),
come vedete la sua luce sconfigge l'opprimente grigio delle nuvole...
Sulla Luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.
Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.
Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.
Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella Luna
lui da un pezzo ci sa stare...
A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.
Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla Luna e sulla Terra
fate largo ai sognatori!
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.
Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.
Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.
Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella Luna
lui da un pezzo ci sa stare...
A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.
Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla Luna e sulla Terra
fate largo ai sognatori!
Gianni Rodari
giovedì 17 marzo 2011
LE MANI IN PASTA.....NELLA STORIA
Ancora mani in pasta, il lavoro per gruppi di interclasse, gruppi ARSA di Sviluppo e Recupero degli Apprendimenti, continua...
Ormai conoscete la mia testardaggine, la mia assoluta convinzione che gli apprendimenti passino attraverso le attività reali e virtuali, ma ATTIVITA', situazioni in cui METTERE LE MANI...
E sottolineo ancora...attività vere e proprie ma anche simulazioni virtuali, altrettanto importanti quanto quelle reali...
Ma qui eccovi il resoconto del gruppo che ha lavorato alle timeline...lunghe, enormi, suddivise in tre grandi fasce: PALEOLITICO, NEOLITICO E CIVILTA' DEI FIUMI...
Ho cercato di stabilire le relazioni con gli ambienti Montagna e Fiume, già approfonditi...i ragazzi si sono immersi nel tempo e nello spazio, hanno creato, disegnato, dipinto, ritagliato, assemblato e infine datato..
Il risultato, anche questa volta, è stato molto soddisfacente, sia per la dimensione metacognitiva, sia per quella tecnologica (nel senso degli strumenti usati), sia infine per quella relazionale e partecipativa...
Ormai conoscete la mia testardaggine, la mia assoluta convinzione che gli apprendimenti passino attraverso le attività reali e virtuali, ma ATTIVITA', situazioni in cui METTERE LE MANI...
E sottolineo ancora...attività vere e proprie ma anche simulazioni virtuali, altrettanto importanti quanto quelle reali...
Ma qui eccovi il resoconto del gruppo che ha lavorato alle timeline...lunghe, enormi, suddivise in tre grandi fasce: PALEOLITICO, NEOLITICO E CIVILTA' DEI FIUMI...
Ho cercato di stabilire le relazioni con gli ambienti Montagna e Fiume, già approfonditi...i ragazzi si sono immersi nel tempo e nello spazio, hanno creato, disegnato, dipinto, ritagliato, assemblato e infine datato..
Il risultato, anche questa volta, è stato molto soddisfacente, sia per la dimensione metacognitiva, sia per quella tecnologica (nel senso degli strumenti usati), sia infine per quella relazionale e partecipativa...
Giappone...così vicino, così lontano...
E' il New Jork Times di ieri a pubblicare una mappa delle zone evacuate intorno alla disastrosa situazione fuori controllo della centrale nucleare di Fukushima.
In questo modo possiamo redenderci conto del dettaglio del luogo, della posizione geografica, della vicinanza alla metropoli più antropizzata del mondo...
Dico questo perchè, pur cercando di seguire l'abbondante informazione offerta dai media, trovo difficile orientarsi con precisione sia dal punto di vista strettamente geografico, sia dal punto di vista degli eventi, che vengono raccontati, generalmente in modo ripetitivo e superficiale.
Una stessa notizia, una stessa immagine viene ripetuta e rimbalzata tra i diversi media, creando una "illusione di informazione" come pure una "illusione di verità"....se lo dicono tutti allora sarà vero...
Anche in questa occasione poco spazio alla citazione delle fonti, alla verifica dell'attendibilità...e tutto questo amplificato, pare, dalla "copertura" delle fonti governative giapponesi.
Sembra incredibile, nell'era delle Tecnologie dell'informazione, non riuscire ad avere dati certi, fonti dichiarate....Giappone così vicino....e mai così lontano...(e non solo il Giappone!)
Intanto per amore della didattica e dell'informazione raccolgo e rimando una bella ricerca fatta dalle infaticabili Paola ed Annarita, che hanno elencato una serie di materiali utili anche in classe, per avviare un discorso scientifico ma anche di educazione ambientale...(con tanta di citazione delle fonti)
- Sempre dal New Jork Times una mappa interattiva dei danni del Terremoto e dello Tsunami dell'11 marzo 2011
- Una raccolta video dal sito della Repubblica
- una raccolta di immagini dal sito The Big Picture (The Boston Globe)
- una animazione prodotta dalla BBC di come avviene un terremoto
- una ulteriore animazione, sempre della BBC, che spiega la formazione dello Tsunami
- una mappa che mostra, in tempo reale, l'attività sismica nel mondo
- una semplice animazione per bambini, correlata all'intensità del sisma...
- la spiegazione tecnico-scientifica di ciò che è accaduto nella centrale di Fukushima.
- una pagina "in progress" di Wikipedia sul terremoto di Sendai
martedì 8 marzo 2011
SLITTARE...OH..OH...
Dedicato a tutte le lettrici e i lettori che amano il divertimento "sostenibile"...con il vento in faccia....
le Dolomiti in fronte...
basta una slitta e un ramo di pino per dirigerla....e tante risate....
lunedì 7 marzo 2011
Nativi digitali...sì...no...forse
Nativi digitali, se ne fa un gran parlare...Esistono? sì, no....forse...
Il termine, coniato nel 2001 da Marc Prensky, definisce in forma metaforica molto efficace chi è nato dentro la tecnologia, differenziandolo dai "migranti digitali" ovvero da chi, nella propria crescita, ha avuto a che fare con modelli e paradigmi culturali completamente diversi.
In questi dieci anni si è cercato di fare chiarezza su queste differenze: i nati con la tecnologia sono stati definiti multitasking, screenagers, iperconnessi, vivono il presente e l'attuale...
Luisanna Fiorini ne dipinge un ritratto completo in questa presentazione: Guardali, hanno le branchie.
Il ritratto è supportato dalle attuali teorie sull'apprendimento: costruttivismo, il socio-costruttivismo la teoria delle intelligenze multiple, il connettivismo...
In pratica l'apprendimento non può essere considerato un fatto individuale determinantesi all'interno della singola persona, ma il risultato di una interazione con gli ambienti e con gli strumenti che la circondano (mediatori che raccolgono in sè la cultura e la tecnologia collettiva), con le relazioni e le regole costruite dalla comunità di riferimento. In questa prospettiva, l'apprendimento diviene un "atto distribuito" che ben si inserisce nelle nuove modalità di approccio dei cosiddetti nativi digitali.
Questa riflessione ha incentivato una continua ricerca di svecchiamento della didattica tradizionale, ha messo in crisi i paradigmi di riferimento di una didattica avulsa dagli strumenti naturalmente utilizzati dagli alunni negli ambienti informali.
E' ancora Luisanna Fiorini a tracciare le linee guida nella formazione degli insegnanti.
Nel frattempo è la Comunità Europea ad inserire la competenza digitale nelle otto competenze chiave per l'apprendimento permanente.
Tutto sembrerebbe concorrere a definire i nostri alunni come "nativi digitali"...
Eh no...non semplifichiamo troppo...leggete questo post di Gianni Marconato che, provocatoriamente annuncia che "Il nativo digitale è uno stereotipo dannoso"
e continua l'approfondimento con "Ci hanno fregati e sono diventati trasparenti"
Anche Pier Cesare Rivoltella si dichiara scettico sulla netta divisione tra nativi e migranti e, richiamando proprio Prensky, propone tre categorie: quella dello smanettone, dello stupido e del saggio digitale.
Anche questa però sembra essere una vera e propria semplificazione: la competenza digitale è competenza complessa fatta di
- smanettamenti (appropriazione della tecnologia),
- di cognizione e metacognizione,
- di partecipazione e
- di rispetto per gli altri e i loro lavori.
Se il primo aspetto della competenza possiamo lasciarlo all'ambiente (nativo), le altre tre dimensioni sono tutte a carico della scuola e, possibilmente, della famiglia.
A questo proposito leggetevi questa bella recensione che Anna Masera fa sull'ultimo saggio di Don Tapscott " Net Generation", dal titolo molto significativo: Sedetevi a tavola con il vostro figlio digitale!
Allora...esistono 'sti nativi digitali???
Aggiornamento: provate a leggere questa riflessione: "Nativi o migranti purchè saggi",
soprattutto la conclusione "Secondo me i nativi digitali esistono, ma hanno un gran bisogno di saggezza e di adulti in grado di parlare (e ascoltare) il loro linguaggio"....condivido...
Aggiornamento: provate a leggere questa riflessione: "Nativi o migranti purchè saggi",
soprattutto la conclusione "Secondo me i nativi digitali esistono, ma hanno un gran bisogno di saggezza e di adulti in grado di parlare (e ascoltare) il loro linguaggio"....condivido...
venerdì 4 marzo 2011
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