lunedì 7 marzo 2011

Nativi digitali...sì...no...forse

Nativi digitali, se ne fa un gran parlare...Esistono? sì, no....forse...

Il termine, coniato nel 2001 da Marc Prensky, definisce in forma metaforica molto efficace chi è nato dentro la tecnologia, differenziandolo dai "migranti digitali" ovvero da chi, nella propria crescita, ha avuto a che fare con modelli  e paradigmi culturali completamente diversi.

In questi dieci anni si è cercato di fare chiarezza su queste differenze: i nati con la tecnologia sono stati definiti multitasking, screenagers, iperconnessi, vivono il presente e l'attuale...
Luisanna Fiorini ne dipinge un ritratto completo in questa presentazione: Guardali, hanno le branchie.
Il ritratto è supportato dalle attuali teorie sull'apprendimento: costruttivismo, il socio-costruttivismo la teoria delle intelligenze multiple, il connettivismo...
In pratica l'apprendimento non può essere considerato un fatto individuale determinantesi all'interno della singola persona, ma il risultato di una interazione con gli ambienti e  con gli strumenti che la circondano (mediatori che raccolgono in sè la cultura e la tecnologia collettiva), con le relazioni e le regole costruite dalla comunità di riferimento. In questa prospettiva, l'apprendimento diviene un "atto distribuito" che ben si inserisce nelle nuove modalità di approccio dei cosiddetti nativi digitali.

Questa riflessione ha incentivato una continua ricerca di svecchiamento della didattica tradizionale, ha messo in crisi i paradigmi di riferimento di una didattica avulsa dagli strumenti naturalmente utilizzati  dagli alunni negli ambienti informali.
E' ancora Luisanna Fiorini a tracciare le linee guida nella formazione degli insegnanti.
Nel frattempo è la Comunità Europea ad inserire la competenza digitale nelle otto competenze chiave per l'apprendimento permanente.
Tutto sembrerebbe concorrere a definire i nostri alunni come "nativi digitali"...

Eh no...non semplifichiamo troppo...leggete questo post di Gianni Marconato che, provocatoriamente annuncia che "Il nativo digitale è uno stereotipo dannoso"
e continua l'approfondimento con "Ci hanno fregati e sono diventati trasparenti"

Anche Pier Cesare Rivoltella si dichiara scettico sulla netta divisione tra nativi e migranti e, richiamando proprio Prensky, propone tre categorie: quella dello smanettone, dello stupido e del saggio digitale.
Anche questa però sembra essere una vera e propria semplificazione: la competenza digitale è competenza complessa fatta di 
  • smanettamenti (appropriazione della tecnologia),
  • di cognizione e metacognizione, 
  • di partecipazione e 
  • di rispetto per gli altri e i loro lavori.
Se il primo aspetto della competenza possiamo lasciarlo all'ambiente (nativo), le altre tre dimensioni sono tutte a carico della scuola e, possibilmente, della famiglia.
A questo proposito leggetevi questa bella recensione che Anna Masera fa sull'ultimo saggio di Don Tapscott " Net Generation",  dal titolo molto significativo: Sedetevi a tavola con il vostro figlio digitale!

Allora...esistono 'sti nativi digitali???

Aggiornamento: provate a leggere questa riflessione: "Nativi o migranti purchè saggi",
soprattutto la conclusione "Secondo me i nativi digitali esistono, ma hanno un gran bisogno di saggezza e di adulti in grado di parlare (e ascoltare) il loro linguaggio"....condivido...



1 commento:

elisa ha detto...

nativi digitali?...mah ...rispondo come ho risposto al post di Gianni Marconato...oggi i bambini hanno la vita troppo facile e mancano di fondamentali capacità manuali ...e pratiche.e spesso sono dei pigri mentali ..credo che forse bisognerebbe prima sviluppare queste capacità sopperire alle carenze educative in tal senso ..infatti la maggior parte di essi non sa allacciarsi neanche la scarpa o non sa utilizzare lo spazio in tutti i sensi... ..e allora io dico che sia prima necessario affrontare questo problema ..
e tecnologie ? possono facilitare l'apprendimento ..sono un supporto utilissimo nelle difficoltà di apprendimento ..ma secondo il mio punto di vista, debbbono essere usate sempre con cautela altrimenti rischiamo di creare dei nativi eternamente dipendenti ....che non sanno usare il proprio cervello...
ti leggo sempre anche se non commento...troppe cose da seguire..
un abbraccio