venerdì 2 maggio 2008

CERVELLO DIGITALE/2

Dal blog che ho segnalato nella barra "LASCUOLADIGITALE" che presenta il testo "La scuola digitale
Come le tecnologie cambiano la scuola e la formazione- Bruno Mondadori (Paolo Ferri, docente di Teoria e tecnica dei nuovi media all'università Bicocca di Milano)
ho tratto questa interessante analisi delle differenze tra noi "figli del libro" e gli adolescenti "nativi digitali" :
...Per noi nativi Gutenberg, il blog o la posta elettronica sono strumenti, per loro sono una parte integrante dello loro immagine del sé e delle loro relazioni sociali....Il modo in cui vedono e costruiscono il mondo è differente. E può essere sintetizzato nello specchietto che segue:
Digital Immigrants:
- Codice alfabetico
- Apprendimento lineare
- Stile comunicativo uno a molti
- Apprendimento per assorbimento
- Internalizzazione riflessione
- Autorità del testo
- Primo leggere

Digital native:
- Codice digitale
- Apprendimento multitasking
- Condividere e creare la conoscenza
- Apprendere ricercando, giocando, esplorando
- Esternalizzazione dell'apprendimento
- Comunicazione versus riflessione
- No autorità del testo, multicodicalità
- Connettersi, navigare ed esplorare

4 commenti:

giovanna ha detto...

Sì, Fra'
credo anch'io che l'identità di noi, figli di gutenberg e digital immigrants, sta cambiando e stiamo usando il cervello in modo diverso.
Però finora i nativi digitali ... non so, io aspetto di vedere migliori risultati!:-)
sono una pessimista io, ok, e forse vivo un momento NO...

Anonimo ha detto...

condivido il pessimismo di giovanna .. peso alle espressioni artistiche .. non vedo non sento nulla nulla.
i nativi sembrano "piatti" privi di "spirito" e privi di "maestri di riferimento". ,Presto ? no è una tendenza, diciamo un ventennio.

remo

france ha detto...

per Giovanna, per remo, per i pessimisti...
che sia così, come dite voi? Ma non è detto..., in fondo è la stessa preoccupazione di Socrate di 2000 anni fa.Socrate pensava che leggere e scrivere fossero attività che «denigravano l' intelletto». Lui considerava «vivo» solo il linguaggio parlato. Quella scritta per Socrate è lingua «morta» ed era un modo per perdere il bisogno di ricordare, «è scritto, è lì, non c' è bisogno di impararlo a memoria per trasmetterlo agli altri». Ma così la società si impoverisce pensava Socrate, che chiedeva ai suoi allievi di contribuire col ricordare alla memoria collettiva
Ma Socrate non aveva fatto in tempo ad apprezzare quanto lo scrivere aiuti a scoprire nuove strade di pensiero. Fosse vissuto altri 50 anni forse avrebbe cambiato idea. Man mano si diffondeva l' alfabeto, in Grecia si diffondevano l' arte, la filosofia, la scienza.
Allora proviamo a pensare che sono forse i nostri parametri che non sono adeguati ai nuovi cervelli multiconnessi, non c'è spirito perchè non siamo in grado di sollecitarlo, non ci sono maestri di riferimento" perchè siamo chiusi nella nostra onnipotenza ed onniscienza e abbiamo perso, noi figli di gutenberg, l'idea stessa del maestro....e qui la scuola ci sta proprio tutta...
Troppo lunga...ora chiudo
france

giovanna ha detto...

Fra,
io ho ammesso di essere una pessimista, ahimé, per indole... e di vivere anche un momento "NO" giusto con la scuola!
Il pessimismo in questo specifico mi viene dalla realtà che vivo, per cui non considerarlo un discorso da generalizzare.
Credimi, il mio è un costante lavoro di "sollecitazione degli spiriti", eppure mi rendo conto che se non martello costantemente, non vedo la voglia di:
"- Condividere e creare la conoscenza
- Apprendere ricercando, giocando, esplorando
- Connettersi, navigare ed esplorare
..."
I lavori dei ragazzi sul nostro blog, rivelano sì la risposta (tutto sommato) positiva.
Ma appena li lascio anche per qualche giorno di vacanza (vedi nostro lungo ponte 27 aprile-2 maggio) staccano, non lavorano, non "creano", non "giocano", non approfondiscono...
eppure in classe lo fanno volentieri, si divertono con excel, ..i software che usiamo, il blog...
Questo pomeriggio mi hanno inviato due lavori: abbiamo dovuto lavorare in classe sui post che io avevo messo su per loro durante il "ponte"!
Per cui mi chiedo: cosa sbaglio? cosa non riesco a fare ancora per stimolare, per suscitare creatività, per... ?
Sapessi quanto abbiamo parlato dello scoprire giocando, esplorando... dell'utilità della rete, se saputa utilizzare, faccio loro l'esempio della mia stessa crescita, grazie all'"esplorazione" in rete...
E considera anche che nella conduzione delle attività cerco di evitare qualsiasi "trasmissione" di contenuti. Non do mai "pappe pronte". Il lavoro è assolutamente collaborativo, per scoperta, per attività laboratoriali....
Certo il discorso davvero sarebbe lungo.
Qualche spiegazione tuttavia, per quanto concerne la mia realtà, non mi manca....
ma ..sono lunga! :-)
ciao,
g.