sabato 16 aprile 2011

PROVE INVALSI : parliamone...

Ormai, nonostante le contestazioni provenienti da ogni dove, ci avviciniamo all'appuntamento con la valutazione esterna degli apprendimenti.

Il sito dell' INVALSI ci ragguaglia quasi settimanalmente sull'avanzamento delle operazioni preliminari e sui materiali necessari alle operazioni di sommnistrazione.
Mettere la scuola italiana sotto la stessa lente d'ingrandimento, una bella sfida, partita con progetti pilota un decennio fa, e da qualche anno stabilmente proposta a tutte le scuole della penisola.
Circa quindici giorni fa, ho partecipato ad un convegno in cui si presentava il rapporto di autovalutazione della scuola trentina, cui partecipava la dottoressa Elena Ugolini,  ora membro del Comitato di indirizzo dell'Invalsi, che relazionava sulla costruzione dei test, ispirati alle prove di rilevazione internazionale OCSE PISA e TIMMS, sicuramente perfettibili ma, per ora, unico strumento in grado di fornire un monitoraggio dei livelli di competenza raggiunti nei diversi ordini di scuola.
Vicino a lei sedeva Giovanni Biondi, capo dipartimento  del Ministero dell’Istruzione e presidente del Comitato nazionale per la valutazione, che ha sottolineato lo sforzo dei test Invalsi direzionato verso la valutazione delle competenze, "Infatti" ha affermato, "Se si valutano le conoscenze si usano i quiz, se si valutano le competenze si usano i test. "

Ma naturalmente non è tutto così semplice, leggete questo articolo:

Difficile capire la differenza, vero? Anche se le domande decontestualizzate aumentano il senso di confusione...

Ma è la stessa autrice, Francesca Barbiero, qualche giorno dopo, a sottolineare la necessità della valutazione esterna con  questa nuova riflessione:

Il problema è sempre aperto...gli strumenti richiedono ancora modifiche magari concordate con i docenti, le modalità di sommnistrazione pure, i tempi vanno resi più simili a quelli delle attività in classe...ma risulta difficile tirarsi indietro rispetto alla necessità di avere dati sul valore aggiunto dalla scuola nel contesto in cui si trova ad operare.
La valutazione esterna deve avere come unico scopo quello di richiamare la necessità di ri-progettare, di ri-formare il gruppo docente nell'ottica del miglioramento dell'offerta formativa di ogni Istituto.

Aggiornamento del 17.04: Su suggerimento della collega Renata  aggiungo questo link in cui viene ribadito che le prove Invalsi sono obbligatorie per gli alunni, ma non per i docenti, ai quali non può venire chiesto di correggere le prove e riportare le risposte nella scheda. se non con adeguata remunerazione.
Nella mia scuola già lo scorso anno si è seguita questa prassi.

3 commenti:

renata ha detto...

"Se si valutano le conoscenze si usano i quiz, se si valutano le competenze si usano i test."

Ommammamia!

France, quanti anni sono che girano questi test Invalsi in Italia?
Credo siano un paio di... secoli che girano negli Stati Uniti (dove finalmente si stanno levando voci - spesso molto interessanti - contro queste pratiche). Che cosa si è visto di utile e di valore aggiunto in questi anni?
Probabilmente ci sarà un assestamento certo, non risulterà che i test sono inutili, altrimenti l'Invalsi come potrebbe sopravvivere? ;)
Come forse ricordi da precedenti discussioni, io sono più che scettica, soprattutto in questo momento storico.
Mi permetto perciò di ricordare che non pare essere obbligo dell'insegnante correggere i test, come si può leggere qui.
Soprattutto però segnalo il bel video di un'insegnante americana che contrappone in modo forte insegnamento e test (vedi sesto minuto circa nel video).

france ha detto...

Che dirti Renata,
sei troppo brava perchè io possa dire qualcosa...Ho guardato stasera il tuo spazio di lavoro e di documentazione (non entravo da tempo per via della differenza di classe)...è straordinario!

Condivido tutto, il fatto che gli insegnanti non debbano correggere le prove...mi sembrerebbe non molto corretto...
il concetto dell'errore formativo (ci ho fatto un post!)

Tuttavia mi sembra che le prove standardizzate debbano essere contemplate in un'altra dimensione, non in quella della metodologica che è assoluta (speriamo) competenza dell'insegnante.
Secondo me, e te le dico perchè seguo da vicino il coordinamento della sommnistrazione e la seguente correzione, i risultati meno brillanti riguardano alunni che seguono proposte didattiche trasmissive!
Ho scritto sopra che le prove dovrebbero essere in stretto collegamento con i docenti, che dovrebbero collaborare alla costruzione, dovrebbero essere migliorate nella tipologia, nei tempi, nelle modalità di somministrazione...Invece si preferisce calare tutto dall'alto con lo scotto inevitabile che ne consegue.
In Finlandia le prove standardizzate seguono un iter molto lungo di strutturazione, in cui vengono tenuti presenti tutti gli aspetti che ho citato sopra...

E che ne pensi delle indagini internazionali?
Ti ringrazio molto per la tua presenza stimolante qui...
france

renata ha detto...

Carissima France, avevo risposto ma si vede non inviato correttamente il messaggio. Riprovo.
Le indagini internazionali sono a campione e dunque non incidono così pesantemente sui vissuti scolastici e sulle pratiche didattiche. Se ho sentito di DS che tacitamente consigliavano assenze strategiche di alunni poco brillanti perché abbassavano la media dell'istituto e maestre che per la prima volta avevano espressioni poco "benevole" nei confronti di alcuni bimbi con difficoltà sempre per lo stesso motivo, c'è qualcosa che non va.
In Finlandia, dove c'è una grande attenzione al singolo, non mi pare - non ho comunque verificato - che si effettuino prove standardizzate.
Sulle didattiche che definisci trasmissive, con parola che è d'uso ma che secondo me si presta a fraintendimenti (trasmettere conoscenze non è negativo), posso concordare, ma appunto i test non ne contrastano l'uso, tutt'altro secondo me. Lascio, e forse già lo avevo segnalato, un link a un pdf del prof. Paola, che collabora con l'Invalsi, del quale condivido molte perplessità.
Auguri carissimi per questa Pasqua a te e ai tuoi cari.
Un abbraccio e grazie della discussione.