da Il sole 24Ore 29 maggio 2009
James Heckman, premio Nobel per l'economia, considerato uno dei dieci economisti più influenti del mondo, ha invece puntato sui problemi dei singoli, soffocati da parametri di successo che impediscono a certe qualità individuali di emergere. E si concentra sulla prima infanzia: «Abbiamo un caleidoscopio d'identità, solo se riusciamo a farle emergere tutte al meglio potremo massimizzare l'efficienza e lo sviluppo economico - dice in un'intervista al Sole 24 Ore –. Per questo dobbiamo puntare sulle famiglie, perché ricerche empiriche confermano che il danno più grave comincia già nella prima infanzia».
In che modo?
La prima distinzione da fare è fra le capacità cognitive da quelle non cognitive. Il nostro sistema meritocratico poggia sopprattutto sulle abilità cognitive. Si conducono test di ogni genere per misurare l'intelligenza di un ragazzino da un punto di vista logico, matematico o di generica misurazione del quoziente d'intelligenza. Ma come si misurano tratti di personalità importanti come l'altruismo, la socievolezza, la motivazione, l'autocontrollo, la capacità di lavorare con gli altri, la timidezza?
è importante rafforzare sul piano psicologico la sicurezza in stessi? Se questi tratti del "carattere" non vengono incoraggiati fin dalla prima infanzia, spariscono, e al loro posto si sostituiscono criminalità, truffe, apatia, nascite fra gli adolescenti. Con danni incalcolabili per lo sviluppo economico e per la tenuta del tessuto sociale. La posta in gioco come vede è molto elevata.
... E per lo "sviluppo umano"?
Per avere l'ambiente ideale per lo sviluppo umano, occorre puntare sulla famiglia e sulle istituzioni. Occorre puntare sulle classi meno fortunate, dove i problemi sono più evidenti, mettere a punto delle scelte di policy per rafforzare il nucleo familiare o per legare il nucleo familiare a istituzioni sostitutive.
...E occorre farlo a partire dalla prima infanzia: studi empirici dimostrano che il gap di attitudini che si registra in un giovane di 18 anni era già presente quando quel giovane aveva 5 anni. È proprio ora, uscendo dalla crisi, che abbiamo l'occasione d'interrompere lo sfilacciamento, la polarizzazione della società americana e di riequilibrare i valori. Temo che le interazioni sociali siano ancora sottovalutate nella teoria economica standard. Ma sono convinto che i tratti discussi nel contesto della psicologia delle personalità apriranno nuovi orizzonti per la teoria economica.
Ho trovato "illuminante" questa intervista ad un Premio nobel per l'Economia....partire dalla prima infanziam rimuovere gli ostacoli dall'inizio, attraverso il sostegno alla famiglia, puntando sulla una scuola che educa tutte le capacità dell'individuo...una scuola che accoglie, che dà spazio alla persona, che crea occasioni continue di interazione sociale positiva...per formare persone che sappiano spendersi positivamente nella vita e nel lavoro!
Collego questo post direttamente a quello precedente....
2 commenti:
Sì, anch'io trovo molto interessante questo pezzo.
Prima di tutto, penso che porre l'accento sul valore delle diversità individuali, cognitive e comportamentali,sia sempre molto importante. Paragonerei il bene sociale di queste diversità umane a quello della biodiversità per l'ambiente.
Più riusciamo a farle uscire e a valorizzarle, più possibilità abbiamo di superare le difficoltà e le crisi, anche quelle economiche, concordo!!!
In secondo luogo, trovo importantissimo il fatto che si metta in evidenza l'importanza delle interazioni sociali e di un'educazione attenta a tali problematiche. Credo che valga sempre la pena di sottolinearlo...
Chissà, forse se il discorso viene portato sul piano dell'utile economico (lasciando per un momento quello, assai poco compreso della centralità del giovane), chissà, forse altre orecchie si faranno più attente...
E' una speranza France!
Ciao carissima. Ritornerò a leggere questo post con calma. Passo per augurarti un sereno ferragosto.
Un bacione.
annarita
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