giovedì 30 aprile 2009

I NOSTRI FIGLI SENZA MAESTRI

....perché se famiglia, scuola e istituzioni varie oggi si rivelano così deboli, così inascoltate e incapaci di educare è anche perché per prime sembrano aver smarrito nel tempo le ragioni forti del loro essere. I maestri, insomma, i tanto invocati maestri grandemente scarseggiano perché non credono più al loro magistero.

Una analisi forte, di Isabella Bossi Fedrigotti, sulla solitudine dei ragazzi, sulla mancanza di speranze condivise, sulle responsabilità delle istituzioni che li circondano...

5 commenti:

elisa ha detto...

un'analisi molto dettagliata che condivido in tutto....è il nostro mondo purtroppo e si sta andando alla deriva..
un caro saluto e buon 1 maggio
a noi lavoratori e soprattutto a chi il lavoro non ce l'ha..
un abbraccio

Annarita ha detto...

Un'analisi lucida oserei dire quasi spietata, che mi sento di condividere. Non c'è molto da aggiungere al quadro realistico affrescato dall'autrice.

La famiglia oggi è molto debole; non riesce a trasmettere ai figli valori per cui percorrere il proprio itinerario di crescita umana. La società che affonda le sue radici nella prima cellula sociale, costituita dalla famiglia, è una entità quando non evanescente addirittura minacciosa.

Come dovrebbero vivere tutto ciò i nostri giovani?

Questo è quanto siamo riusciti ad offrire loro.

Ma il discorso è ancora più complesso. Ho solo toccato un elemento, anche se fondamentale.

Buon primo maggio, France, anche se amaro.

annarita

Andrea C ha detto...

Grazie per l'indicazione. È stata una lettura molto toccante, e devo dirti che mi ha interessato molto da vicino...

Come forse alcuni già sanno, lavoro da anni con ragazzi "difficili". Ragazzi ogni tanto provenienti dal carcere e altre volte che terminano col carcere il loro "percorso di integrazione". Ho conosciuto soprattutto quelli del degrado e dell'emarginazione, ma anche qualche figlio di papà...

E dentro ognuno di loro ho visto quella voglia di vita, così travolgente da travolgere, a volte, la vita stessa.

Trovo giusto indicare le presunte cause di questo degrado (che non è corretto chiamare degrado), ma credo ancora più giusto interrogarsi sempre e personalmente: noi adulti siamo capaci, oggi, di dare ai giovani l'insegnamento che ci chiedono? Personalmente, sono più le volte che non ci riesco ma non è una buona scusa per non ritentarci giorno dopo giorno.

Mi permetto di indicarvi questo mio post sull'educazione, spero lo troviate interessante, altrimenti fate pure finta di nulla... :)

france ha detto...

Ciao Andrea,
avevo già in mente di fare un post partendo dal tuo articolo sull'Educatore felice, che mi aveva già colpita---
Nei prossimi giorni, ci risentiamo.

Sono d'accordo su tutto quanto avete detto riguardo alla debolezza di chi deve aver cura dei ragazzi, tutti abdicano al loro ruolo e loro rimangono in balia dei modelli mediatici in un vuoto di prospettiva e di speranza.
Avere cura significa prendersi del tempo, ascoltare, offrire opportunità, supporto, senza invadere, senza ostacolare il percorso autonomo dei nostri figli.
A presto
france

Andrea C ha detto...

Già.... Però tutto ciò è interessante... E avvincente!
Aspetto il tuo post con curiosità...
A presto!