
"La lettera che non scriviamo, le scuse che non porgiamo, il cibo che non mettiamo fuori per il gatto possono essere tutti messaggi sufficienti ed efficaci, poiché zero può aver significato in un contesto; e il contesto lo crea chi riceve il messaggio. Questa capacità di creare il contesto è l’abilità del ricevente, e acquisirla è la sua parte della coevoluzione di cui dicevo sopra. Egli deve acquisire questa abilità mediante l’apprendimento o mediante una felice mutazione, cioè mediante una fortunata incursione nel casuale. Il ricevente in un certo senso dev’essere pronto per la scoperta giusta quando essa arriva..."
Bateson G. “MENTE E NATURA”, Adelphi, pag. 69
Sono stata motivata a produrre questo post da uno analogo scritto da Palmy per presentare e commentare un libro dal titolo altrettanto significativo "Le parole sono finestre (oppure muri).
La comunicazione è relazione, dobbiamo ricordarlo e ricordare il ruolo del ricevente in tale relazione. Bateson ce lo sottolinea, comunichiamo con le parole ma altrettanto lo facciamo con il non detto....che diventa un messaggio efficace quando il nostro interlocutore riesce a decifrarlo, a contestualizzarlo. E nello stesso tempo, la sua decodifica produce un messaggio che influenzerà il nostro comportamento in una relazione di reciprocità.
La comunicazione è comportamento, il comportamento è comunicazione.
Ogni comunicazione contiene un aspetto un aspetto relativo al contenuto, cioè il significato dell'informazione contenuta in un messaggio, e un aspetto relativo alla relazione, cioè al modo in cui si deve assumere la comunicazione. E' diverso per esempio dire "vi prego di fare silenzio per consentire il proseguimento della lezione" da "fate silenzio e seguite la lezione". Anche se hanno più o meno lo stesso contenuto, le due frasi definiscono relazioni docente/allievi molto diverse tra loro.
Su questi aspetti noi educatori dovremmo riflettere!
Sono stata motivata a produrre questo post da uno analogo scritto da Palmy per presentare e commentare un libro dal titolo altrettanto significativo "Le parole sono finestre (oppure muri).
La comunicazione è relazione, dobbiamo ricordarlo e ricordare il ruolo del ricevente in tale relazione. Bateson ce lo sottolinea, comunichiamo con le parole ma altrettanto lo facciamo con il non detto....che diventa un messaggio efficace quando il nostro interlocutore riesce a decifrarlo, a contestualizzarlo. E nello stesso tempo, la sua decodifica produce un messaggio che influenzerà il nostro comportamento in una relazione di reciprocità.
La comunicazione è comportamento, il comportamento è comunicazione.
Ogni comunicazione contiene un aspetto un aspetto relativo al contenuto, cioè il significato dell'informazione contenuta in un messaggio, e un aspetto relativo alla relazione, cioè al modo in cui si deve assumere la comunicazione. E' diverso per esempio dire "vi prego di fare silenzio per consentire il proseguimento della lezione" da "fate silenzio e seguite la lezione". Anche se hanno più o meno lo stesso contenuto, le due frasi definiscono relazioni docente/allievi molto diverse tra loro.
Su questi aspetti noi educatori dovremmo riflettere!