sabato 2 maggio 2009

EDUCATORI FELICI...OVVERO ESSERE MAESTRI


Vi invito a leggere il post di Andrea, giovane psicologo specializzando, educatore professionale presso una comunità. Questo l'inizio...
"Quasi chiunque, e ad ogni età, si trova a dover educare qualcun'altro. Educare deriva del termine "ex-ducere", che significa "tirare fuori". Non dirmi che non ti è mai capitato di voler tirare fuori il bello che vedi dentro un'altra persona... Peccato che per fare ciò ti tocca prima di tutto coltivare il bello che sta dentro di te..."

Vorrei collegare queste sue riflessioni, che io condivido pienamente, a quelle di Isabella Bossi Fedrigotti, che ci descrive la situazione dei nostri figli senza maestri.

Ma come possono educatori, insegnanti, genitori....essere davvero Maestri?
Trovo una risposta in questa bella frase di Romano Guardini
"Educare significa che io do a quest'uomo coraggio verso se stesso. Che gli indico i suoi compiti, ed interpreto il suo cammino-non i miei. Che lo aiuto a conquistare la libertà sua propria."
e in quest'altra di R.Steiner
"Diede loro la fiducia necessaria per diventare ciò che erano. E' il dono supremo di un maestro"
Questa dunque significa essere educatore: accompagnare chi cresce contribuendo a far sì che ognuno diventi quello che già è.

Educatori felici, ricchi di risorse, che sanno RISPETTARE i loro allievi, li sanno COMPRENDERE, sanno TIRAR FUORI la loro essenza, relazionandosi con LEGGEREZZA e con GIOIA.
"L'educatore deve avere ben chiaro...che a incidere maggiormente non è ciò che dice, bensì ciò che egli stesso è e fa: questo crea l'atmosfera, e il fanciullo...è soprattutto ricettivo dell'atmosfera. Si può dire che il primo fattore è ciò che l'educatore è, il secondo è ciò che l'educatore fa: solo il terzo è ciò che egli dice"
Romano Guardini

22 commenti:

Andrea C ha detto...

Come potevo non essere il primo a commentare?!

Sono onorato di essere stato da te citato, e di questo ti ringrazio molto!

Hai aggiunto un bel pezzettino alla nostra conoscenza comune, e ti ringrazio anche di questo.

Sono tentato di lanciarmi in qualche commento "tecnico-filosofico", ma credo che sia meglio, per me, andare a dormire. Rimanderò tutto a domani (che è già oggi), quando sarò lucido...

Chissà, poi, che io non prenda spunto dal tuo post, per uno nuovo dal quale tu possa prendere spunto perché possa prendere spunto io per un altro ancora.... Ok ho molto sonno, si vede?

A presto!

Annarita ha detto...

France, già letto il post e commentato due volte.

Ho anche aggiunto Andrea tra i miei amici di blogger.

In quanto al tuo post, come non condividere i vari passaggi dei grandi maestri che hai citato?

Baci
annarita

france ha detto...

Cara Annarita,
è bello condividere le riflessioni con tutte le persone che si occupano di educazione, nella relazione ci si arricchisce reciprocamente. (e qui ci sarebbe da fare un altro post...)
Andrea guarda le cose da un punto di vista magari un po' diverso dal nostro, spesso contingente e, a volte, ingabbiato dalla didattica, dalle risorse da offrire, dai programmi...
E' un punto di vista che guarda dall'alto, a ciò che succede e come sfruttare al meglio le potenzialità che ognuno ha.
E' la psicologia al servizio della didattica!
Per questo accolgo con entusiasmo i suoi contributi e ...corro anch'io ad aggiungerlo all'elenco di blog da leggere...
In quanto ai grandi maestri, ogni tanto bisogna ricordarsi dei loro messaggi, servono ad alzare lo sguardo, ad andare avanti, a ricordarci il senso stesso della nostra professione.
Ti ringrazio della tua presenza assidua in queste riflessioni, anche tu sei una Maestra da seguire!!!!
Un abbraccio sincero
france

Annarita ha detto...

Macché Maestr, cara France! Sono soltanto un'eterna apprendista che cerca di fare del suo meglio, questo sì!

Ti ringrazio di cuore della tua presenza e della tua amicizia.

Un abbraccio
annarita

Andrea C ha detto...

Ciao ragazze, sono d'accordo con i vostri commenti.

Integrerei dicendo che la teoria è sterile, se non parte dall'esperienza e culmina in essa..

Personalmente, sono uno psicologo atipico, nel senso che lavoro come educatore e preferisco rimanere "al fronte", piuttosto che osservare le cose dall'alto (forse non troppo atipico, perché sono in molti ad aver fatto questa scelta)..

Il mio lavoro mi permette di lavorare continuamente con moltissimi insegnanti, perché è solo una stretta collaborazione tra scuola e comunità che permetterà ai nostri ragazzi di raggiungere quel grosso risultato che è l'istruzione... Per cui conosco bene l'ambiente, ma, diciamo "da lontano" (più che "dall'alto").

Conosco sulla mia pelle cosa voglia dire "educare" e quali grosse soddisfazioni e frustrazioni si porta dietro questo termine...

Conosco quelle sere in cui si torna a casa ringraziando la vita per il lavoro che facciamo, e conosco quelle sere in cui si torna abbattuti, quando si vede che i nostri sforzi sembrano non portare da nessuna parte..

Sono onorato di confrontarmi e scambiare esperienze con voi.

A presto!

Annarita ha detto...

Andrea, sono io a sentirmi onorata di interagire con un giovane che ha le idee chiare come te e il giusto atteggiamento verso il difficile lavoro che fare "Educazione" comporta.

A presto!
annarita

france ha detto...

allora...allora...chiedo venia (ma non troppo...)per il termine "dall'alto" che naturalmente non voleva essere connotato di superiorità o disdegno per l'operatività, ci mancherebbe, ma voleva solo esprimere un osservatore che mantiene la giusta distanza (ecco, forse questo è il termine corretto)dal campo, giusta distanza per mettere a fuoco la problematica, per analizzarla, per fornire strumenti utili a chi nel campo è coinvolto.....
Torno a ripetere: credo nella psicologia a servizio della didattica, a servizio della formazione e della educazione a 360 gradi!
Condivido Andrea: guai alla teoria che non torna all'operatività per ri-uscirne confermata o trasformata...
Dopodichè ti ringrazio per i tuoi interventi e per la tua voglia di confrontarti, che sembra ormai una virtù rara...
A presto (spero che tu abbia trovato ispirazione per un post)
france

Andrea C ha detto...

France avevo già capito cosa intendevi! Ma mi fa piacere la tua conferma...!
Grazie France e grazie Annarita

Lia ha detto...

Mi inserisco in questa appassionante conversazione. Qual è dunque il "bello" che il buon Maestro ha coltivato dentro di sè e che i giovani devono percepire fino dal primo approcio? Secondo me, ci devono essere prima di tutto tre cose: la FORZA (delle idee, del carattere,la determinazione...); la PASSIONE (per la conoscenza, per la bellezza...); il RISPETTO ( per ogni vivente, per le regole,per la natura.)

france ha detto...

Lia, sei arrivata tu ed hai trovato la sintesi della bellezza del Maestro:
FORZA,PASSIONE E RISPETTO.
E sappiamo ben quanto siano rare....
Ti ringrazio per queste tue "perle".
france

Andrea C ha detto...

Non avrei saputo pensare di meglio... Brava Lia!

Direi che l'argomento è succoso.. Qui ci scappano una bella serie di post! Con calma, però.. L'argomento è così bello che non lo voglio bruciare!
a presto!

Lia ha detto...

Come ogni discepolo accolgo gli apprezzamenti per quello che sono: uno stimolo a proseguire. Dunque avanti: quali sono gli elementi fondanti di forza, passione rispetto? Cominciamo dal rispetto: prima di tutto tre cose. EMPATIA (il buon Maestro è completamente permeabile ai segnali mandati dai giovani: li ascolta/accoglie, li legge, li interpreta); FIDUCIA (non ha pregiudizi,sa di poter trovare il buono anche nei più deboli/difficili);MODESTIA (sa mettersi in discussione e farsi da parte per dare maggiori opportunità agli altri e imparare)
Al prossimo post la passione!!! Grande, non vedo l'ora...

france ha detto...

Tanto per stare in tema:l'argomento è appassionante....
A proposito di passione, leggete questa:
Afferma Platone "Per insegnare c'è bisogno di eros. L'eros è una parola greca che significa piacere, amore, passione. Per comunicare non serve a nulla distillare il sapere a pezzettini, ma bisogna amare ciò che si fa e amare le persone che ci sono di fronte. L'insegnante è colui che, attraverso ciò che professa, può aiutarvi a scoprire le vostre intime verità"
Aspetto...

remo ha detto...

Concepire l'operare dell' educatore come forma estetica diventa per forza un " bel lavoro ".
Prendete come esempio Salieri ,vale forse di più la sua musica??? o piuttosto il suo lavoro di maestro di :Beethoven Schubert Liszt Czerny e Hummel ???

Lia ha detto...

E' vero Remo: il lavoro dell'educatore non ha prezzo, è sicuramente arte. E a proposito di passione quoto Platone, e aggiungo: i pilastri della passione sono la VITALITA' e l'AMORE. Il buon Maesro prima di tutto è vitale, cioè curioso, ricco, attivo, trasmette energia, coinvolge...(sto pensando a certi colleghi funerei...)Poi ama: mostra un particolare trasporto verso le persone, verso le cose che fa e che propone; sa stupirsi di fronte alla bellezza e alla complessità del mondo, trasmette curiosità, voglia di conoscere, emozioni.Infine è simpatico, sa come usare l'umorismo per creare sintonia nel gruppo e sdrammatizzare le situazioni tese, ma non eccede mai.....

Andrea C ha detto...

Remo e Lia, sono d'accordo con voi!

Caspita France, che bella discussione che abbiamo tirato in piedi...

Complimenti! :)

france ha detto...

Infatti Andrea, me ne sto ferma ferma su questo post...ancora ribollente di stimoli e input preziosi.

Lia: come vedi riusciamo ancora a stupirci anche di fronte alla bellezza della discussione e della riflessione!

Remo: "la bellezza salverà il mondo" dice Dostoevskij che nel suo romanzo si ispira proprio a Platone e al suo "amore per la bellezza" intesa come rivelazione del mondo interiore e quindi bellezza salvatrice...

Troooppo bello!!!

Lia ha detto...

Davvero è raro trovare tanta linfa vitale in una discussione! Brava France, la nostra musa....
E dobbiamo ancora parlare di FORZA!
Proporrei: la forza del Maestro è DECISIONE (conquista con la sua capacità di essere propositivo); EQUILIBRIO (considera valide solo le decisioni che possono essere comprese,condivise e accattate dagli altri); SINCERTA'(la chiamerei anche purezza: i giovani seguono volentieri il buon Maestro perchè egli è sempre sincero ed è evidente che il suo sforzo mira a raggiungere un'idea in cui crede....)
Voglio scusarmi per questi post così prolissi, ma sono cose che ho veramente voglia di dire, perchè sono frutto di una lunga esperienza (c'è poco di teorico in tutto questo)e perchè sono ormai arrivata al mio ultimo mese di scuola...
Sono d'accordo con Remo e il Grande Dost."la bellezza salverà il mondo", ma solo se i nostri giovani sapranno riconoscerla dentro e fuori da sè...la responsabilità degli educatori è davvero grande!

palmy ha detto...

Scusami se mi inserisco qui per dirti che la mia alunna, malata di leucemia, non ce l'ha fatta.

france ha detto...

la responsabilità degli educatori è davvero grande...conclude Lia...e io aggiungo...anche nel dare un senso alla vita e alla morte che ci circondano.
Cara Palmy, Margherita sarà lì con voi proprio perchè tu saprai dare un senso anche alla sua morte.
Non sarà facile condurre i suoi compagni ad elaborare il lutto, ma pian piano, con la tua FORZA, la tua Passione e il tuo RISPETTO, sapranno trattenere solo la bellezza e la dolcezza dei loro ricordi, perchè Margherita continui a vivere nel loro "giardino interiore".
Ti abbraccio dolcemente insieme ai tuoi alunni.
France

Andrea C ha detto...

Anche se non ti conoscevo, una vigorosa stretta anche da parte mia.

Lia ha detto...

Cara Palmy stai facendo l'esperienza più drammatica per l'insegnante. E' difficile superare il senso d'impotenza,la rabbia, la ribellione, la nostalgia (che ti accompagnerà per anni...lo so perchè anch'io ho perso bei sei studenti in incidenti vari)Ma è così, il nostro lavoro ci lega indissolubilmente ai destini, anche drammatici, dei ragazzi. Come dice France, tu sei la loro guida e troverai il modo di andare avanti. Ciao ti abbraccio