La tesi fondamentale, che io desidero sottoporvi in questa conferenza, può essere formulata come segue:
Le scienze naturali, come pure le scienze sociali, partono sempre da problemi; da ciò che in qualche modo suscita la nostra meraviglia, come dicevano i filosofi greci. Per la soluzione dei problemi le scienze utilizzano fondamentalmente lo stesso metodo, quello usato dal comune buon senso: il metodo del tentativo e dell'errore. Detto più precisamente: è il metodo consistente del proporre tentativi di soluzione del nostro problema, e nell'eliminare le soluzioni false come erronee. Questo metodo presuppone che noi lavoriamo con un gran numero di tentativi di soluzioni. Una soluzione dopo l'altra viene messa a prova ed eliminata.
[Karl Popper, Tutta la vita è risolvere problemi (Alles Leben ist Problemlǒsen Űber Erkenntnis, Geschichte und Politik), traduzione di Dario Antiseri, Rusconi Libri, 1996] Fonte WikipediaLe scienze naturali, come pure le scienze sociali, partono sempre da problemi; da ciò che in qualche modo suscita la nostra meraviglia, come dicevano i filosofi greci. Per la soluzione dei problemi le scienze utilizzano fondamentalmente lo stesso metodo, quello usato dal comune buon senso: il metodo del tentativo e dell'errore. Detto più precisamente: è il metodo consistente del proporre tentativi di soluzione del nostro problema, e nell'eliminare le soluzioni false come erronee. Questo metodo presuppone che noi lavoriamo con un gran numero di tentativi di soluzioni. Una soluzione dopo l'altra viene messa a prova ed eliminata.
Parto da questa alta citazione per collegarmi alla discussione di Palmy che nel suo blog sta procedendo, settimanalmente, ad analizzare le principali abilità su cui l'educazione deve riflettere...
E questa settimana tocca al "risolvere problemi"...
Non è certo una abilità da poco, una di quelle che ci accompagnano per tutta la vita e per la quale non siamo mai abbastanza esperti...
Ma che significa "risolvere problemi" a scuola?
E non parliamo solo dei problemi da affrontare in matematica, che al massimo possono servire per modellizzare i tentativi di risoluzione.
Innanzitutto dobbiamo partire dall'assunzione che I PROBLEMI SONO UTILI...
Quando un bambino ci guarda sbigottito perchè ha un problema...dobbiamo RINGRAZIARLO...
PERCHè IL SUO PROBLEMA HA AIUTATO TUTTI A TROVARE UNA SOLUZIONE...
Quindi è bene che i problemi escano allo scoperto...
Ci piace
1)INCIAMPARE NEL PROBLEMA...andargli addosso...osservarlo...guardarlo...scoprirlo...e
2)CERCARE...insieme CERCARE SOLUZIONI....magari non immediate...FACENDO IPOTESI...insieme è meglio...
3)VERIFICARE una dopo l'altra l'adeguatezza delle ipotesi...
4)SELEZIONARE LA PIU' ADEGUATA...tenendo sempre presente che potrebbe essere rimessa in discussione...
Quindi RISOLVERE PROBLEMI aiuta a diventare APERTI, FLESSIBILI, COOPERATIVI, FIDUCIOSI...
3 commenti:
Studiare per problemi e per tentativi di soluzione come dice il post di Autumn (http://autumnin3.blogspot.com/2012/03/risolvere-problemi.html) è davvero un diverso modo per imparare... quanto la scuola italian è distante da tutto ciò?!
E mi permetto di aggiungere che sarebbe ancora più bello se le soluzioni più fantasiose (il famoso pensiero laterale) venissero maggiormente valorizzate.
Anch'io sono d'accordo con quanto dite e certo la scuola, strutturata com'è oggi, non aiuta molto ad utilizzare una metodologia di ricerca. Ma qualcosa, anche nel nostro piccolo, dobbiamo fare e possiamo fare ... qualcosa che probabilmente sui testi scolastici non troviamo ma che l'esperienza e il vissuto didattico dei colleghi ci possono suggerire.
Ecco perchè trovo molto importanti questi blog e gruppi di insegnanti che discutono e approfondiscono tematiche scolastiche diverse.
Grazie Francesca e grazie anche a tutt*
erica m
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