Per continuare le riflessione sul tema, copio dal sito http://www.treellle.org questo articolo mooolto interessante
di Tullio De Mauro, linguista
Da quarant’anni i confronti internazionali tra sistemi scolastici segnalano le singolarità del caso finlandese, che mettono in crisi più d’una convinzione altrove ritenuta pacifica. Anzitutto il tempo scuola: la frequenza preelementare è facoltativa, la scuola di base obbligatoria comincia a sette anni, nei primi sei anni ha orari settimanali più brevi (cinque giorni di 4 ore), l’ora prevede 45 minuti di lavoro e 15 di pausa. Meno tempo ma risultati eccellenti, in genere al primo posto, nelle materie sottoposte a test dalle ricerche internazionali. In apparenza c’è un solo maestro per classe, e le classi superano i venti alunni. Sembra il paese di bengodi per governi restii a investire in scuole. Ma l’apparenza inganna. L’investimento in PIL del 6,4% è inferiore solo allo svedese, ma supera largamente USA, Francia, Regno Unito, Germania. Lo stato cura l’edilizia e decentra il resto dei fondi ai comuni e per questi la scuola è la priorità. Non da ora: il non saper leggere la Bibbia fu cancellato nel Seicento. Dunque non ci sono analfabeti. Nel 2008 uno studioso, Paul Robert, ha scritto “La Finlande: un modèle éducatif pour la France”. Qualcuno ha storto il naso. Robert e altri sono tornati là, hanno girato video, raccolto altre fonti, ora nel sito écoles.alternative-democratique.org/-l-ecole-ailleurs. Molti segreti del miracolo sono svelati. Per esempio, il maestro ha uno o due assistenti, l’apprendimento è dappertutto cooperativo, l’ultimo comanda i ritmi, come fu da noi a Barbiana e Vho di Piadena, come è qua e là nelle scuole dell’infanzia e elementari.
Vedi anche il sito: ecoles.alternative-democratique.org/-l-ecole-ailleurs
Consiglio di visionare i filmati inseriti in questo sito, io sono stata in Finlandia dove ho avuto l'occasione di visitare alcune scuole ed ho trovato molte conferme.