Ho già avuto modo di parlare del sistema di valutazione in Finalndia, ma stasera, alla viglia degli scrutini e sollecitata dal commento di Elisa al precedente post, mi sono imbattuta in una bella intervista fatta da Jeanne Claire Fumet a Claude Antilla, una docente francese, distaccata dal Ministero, che ha insegnato per 35 anni in Finlandia, per il Cafè Pédagogique, nel corso del dibattito sulla valutazione che si sta tenendo in Francia.
Scrive Jeanne Claire Fumet che ha intervistato Claude Antilla:
Bisogna considerare un insieme di cose: la valutazione e i programmi sono pensati in modo diverso rispetto alla Francia. Non c’è valutazione degli alunni prima che compiano 10 anni e si ricorre molto all’autovalutazione. Dopo, i voti vanno dal 4 (insufficiente) al 10. Ma non si lasciano indietro i bambini che hanno preso 4: si fa di tutto per aiutarli a migliorare. E alla fine tutti arrivano alla sufficienza! In realtà non si valuta la performance scolastica, ma piuttosto il grado globale di riuscita, tenendo conto sia delle capacità sia dell’impegno di ciascun bambino. E a volte si trovano soluzioni impreviste: così per esempio si è utilizzata la tecnologia digitale per aiutare i maschi che sono più in difficoltà delle femmine, e si sono ottenuti buoni risultati. Oggi sono le bambine ad essere più indietro dei maschi, perché hanno più difficoltà a familiarizzare con questi strumenti che a loro sono meno congeniali che ai maschi.
Contenuti e metodi sono molto liberi perché non c’è una valutazione nazionale. Ma per la licenza dell’obbligo, l’alunno deve raggiungere un livello medio in tutte le discipline, che sono varie e molteplici, affinché ciascuno possa trovare quelle che gli sono congeniali. I programmi sono meno rigidi: si attribuisce una quota oraria a ogni materia e degli obiettivi di apprendimento. Si definiscono le competenze e il saper fare che devono essere acquisiti, senza dettagliare i contenuti. Questo quadro di riferimento è oggetto di consultazione molto frequente soprattutto da parte delle équipe comunali, che in genere sono insegnanti messi a disposizione per redigere i contenuti, poi ciascun gruppo di insegnanti l’affina in funzione della propria popolazione scolastica. E’ una gestione molto decentralizzata.
Credetemi, non sono sogni....ma tutto questo succede davvero....io ci sono stata!
Potete leggere tutta l'intervista, con altri spunti per riflettere, qui
Aggiornamento del post : Palmy nei commenti ha fatto riferimento alla valutazione "migliorativa" prevista dalla Montessori e dal suo metodo. Le ho chiesto di mandarmi degli approfondimenti che aggiungo qui...
"Nell’attività di verifica e valutazione dell'alunno, consideriamo i seguenti aspetti:
Può essere utile l’adozione di griglie di osservazione, le quali, partendo dall’anamnesi personale e socio-familiare del bambino, diventino una guida di rilevazione, descrizione e interpretazione del processo evolutivo, psicologico e culturale, di ciascun bambino. Ciò darà luogo in pratica a quel diario psicologico o a quella carta biografica che la Montessori propose a suo tempo, purtroppo inutilmente, considerato che ancora oggi la verifica e la valutazione sono centrate in modo assoluto sul risultato-prodotto e non sul soggetto-produttore, valorizzando in modo esclusivo la dimensione ricettiva ed apprenditiva della personalità infantile."
Grazie Palmy!
“Con il suo tasso di riuscita del 99,7%, il modello finlandese di scuola obbligatoria ha dei buoni motivi per fare sognare. E’ difficile quindi non cercare di trovare in questa scuola qualche spunto che ci aiuti a combattere la selezione e i fallimenti del nostro sistema scolastico”.
(e questo vale anche per la situazione italiana)
Ecco quanto dice Claude Antilla:
Valutazione ponderata e programmi flessibili
Tutto questo è sufficiente per garantire il successo a tutti?Contenuti e metodi sono molto liberi perché non c’è una valutazione nazionale. Ma per la licenza dell’obbligo, l’alunno deve raggiungere un livello medio in tutte le discipline, che sono varie e molteplici, affinché ciascuno possa trovare quelle che gli sono congeniali. I programmi sono meno rigidi: si attribuisce una quota oraria a ogni materia e degli obiettivi di apprendimento. Si definiscono le competenze e il saper fare che devono essere acquisiti, senza dettagliare i contenuti. Questo quadro di riferimento è oggetto di consultazione molto frequente soprattutto da parte delle équipe comunali, che in genere sono insegnanti messi a disposizione per redigere i contenuti, poi ciascun gruppo di insegnanti l’affina in funzione della propria popolazione scolastica. E’ una gestione molto decentralizzata.
Credetemi, non sono sogni....ma tutto questo succede davvero....io ci sono stata!
Potete leggere tutta l'intervista, con altri spunti per riflettere, qui
Aggiornamento del post : Palmy nei commenti ha fatto riferimento alla valutazione "migliorativa" prevista dalla Montessori e dal suo metodo. Le ho chiesto di mandarmi degli approfondimenti che aggiungo qui...
"Nell’attività di verifica e valutazione dell'alunno, consideriamo i seguenti aspetti:
- capacità di scegliere autonomamente una attività;
- tempo di concentrazione;
- ripetizione dell’esercizio;
- capacità di svolgere organicamente l’attività;
- capacità di portare a termine in modo autonomo il lavoro intrapreso;
- livello di autostima;
- rapporto con gli altri;
- rispetto delle regole;
- disponibilità e partecipazione.
Può essere utile l’adozione di griglie di osservazione, le quali, partendo dall’anamnesi personale e socio-familiare del bambino, diventino una guida di rilevazione, descrizione e interpretazione del processo evolutivo, psicologico e culturale, di ciascun bambino. Ciò darà luogo in pratica a quel diario psicologico o a quella carta biografica che la Montessori propose a suo tempo, purtroppo inutilmente, considerato che ancora oggi la verifica e la valutazione sono centrate in modo assoluto sul risultato-prodotto e non sul soggetto-produttore, valorizzando in modo esclusivo la dimensione ricettiva ed apprenditiva della personalità infantile."
Grazie Palmy!
12 commenti:
oh ....questa sì che fa per me ...mi sfugge però in quale modo si cerca di recuperare chi è indietro.e come sono le classi..anch'io non valuterei prima dei 10 anni e quantomeno non così in modo fiscale come siamo costretti a fare ...specie in prima... ma certamente non è proficuo mandare avanti nella classe seconda, alunni che non hanno la maturità necessaria per affrontare il percorso..continuerò con le mie riflessioni...per ora un caro saluto
Ottima segnalazione. Mai stancarsi di segnalare i paesi in cui la scuola *funziona* davvero!
Valutazione: ok, come non concordare.
Ma da noi, ancor prima della valutazione c'è da risolvere i mille problemi a monte.
Per cui io vorrei aggiungere, France, sempre dal link da te segnalato, QUESTA PAGINA.
Che mi pare, risponda anche al problema sollevato da Elisa (ciao Eli)
ciao France!
g
PS. da "quella pagina", bisogna andare QUI
Che è quella che mi premeva segnalare! :-)
bello bello, rispondo con un post!
http://spicchidilimone.blogspot.com/2011/01/benedette-valutazioni.html
"Valutazione ponderata e programmi flessibili", come non condividere?
Ma stiamo parlando di sistemi educativi modello. Quello finlandese è uno dei migliori, se non il migliore, al mondo.
In Francia il dibattito in atto sulla valutazione scaturisce da lunghe e proficue esperienze educative. Mi viene in mente lo straordinario progetto La main à la pâte, ideato da Georges Charpak, premio Nobel per la fisica nel 1992. Il progetto di Charpak è straordinario perché fondato sul recupero e la valorizzazione delle personali potenzialità dei discenti.
La Scuola italiana dovrebbe guardare a modelli come questo per rinnovare il suo tessuto e renderlo vitale. Ci sono realtà eccellenti sparse a macchia di leopardo sul territorio nazionale, ma non vengono sufficientemente valorizzate e rimagono come delle isole a parte.
Ah, France, hai toccato un tasto troppo dolente. E' una vita che lotto, come tanti altri docenti di buona volontà, ma da noi manca la volontà a livello politico e i nostri sforzi rimangono isolati e senza raccordo.
Il progetto francese è invece fortemente sostenuto dal ministero nazionale dell'educazione.
Un abbraccio.
annarita
ciao, Francesca,
tempo di scrutini, tempo di esami...
sempre per stare in tema!!! (tu mi capisci)
comunque il tuoi post non mi sono sfuggiti e la valutazione è una cosa seria... che ne dicano.
Condivido pienamente quanto avete scritto e mi auguro che se ne continui a parlare, forse così arriverà qualche sentore anche a chi di dovere.
Ormai sempre più spesso si parla di buone pratiche e di metodologia ma la valutazione per una riprogettazione e quindi un miglioramento?
...
c'è molto ancora da dire e i tuoi posto come le pagine segnalate dovrebbero essere base di discussione in tutte le aule insegnanti...
un abbraccio
erica
Che dirvi?
Grazie per tutto quello che avete scritto, per le vostre riflessioni, per i dubbi, per i suggerimenti, per le segnalazioni.
Purtroppo di valutazione ne parliamo una o due volte l'anno, nei periodi prefissati, poi torniamo alla quotidianità, cerchiamo di mettere in atto le nostre strategie più o meno efficaci...ma intorno a noi tutto rimane immobile...
Peccato, il sogno finlandese rimane lì ammiccante con la sua bella percentuale di successo formativo!
@Elisa, grazie dei tuoi dubbi, che sono quelli di tutti!
@Giovanna, hai fatto bene a segnalare quella pagina in particolare!
@Paola, letto e commentato, come al solito: efficace!!!
@Annarita, ora vado a documentarmi sul progetto francese
@Erica,"dovrebbero essere base di discussione in tutte le aule insegnanti..." la vedo difficile!!!!
A presto,
fra
Grazie di queste riflessioni... l'idea di non mettere voti del resto è made in Italy, è di Maria Montessori...
Palmy, sei tu l'esperta su questo ultimo tema...puoi mandarmi qualche riferimento? Mi piacerebbe pubblicarlo...
a presto,
france
Ok, appena posso te lo mando
Ecco il link (per sbaglio l'avevo postato nel post precedente, se vuoi cancellalo):
http://www.operanazionalemontessori.it/index.php?option=com_content&task=view&id=30&Itemid=34
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