sabato 29 maggio 2010

LA LETTERA CHE NON SCRIVIAMO


"La lettera che non scriviamo, le scuse che non porgiamo, il cibo che non mettiamo fuori per il gatto possono essere tutti messaggi sufficienti ed efficaci, poiché zero può aver significato in un contesto; e il contesto lo crea chi riceve il messaggio. Questa capacità di creare il contesto è l’abilità del ricevente, e acquisirla è la sua parte della coevoluzione di cui dicevo sopra. Egli deve acquisire questa abilità mediante l’apprendimento o mediante una felice mutazione, cioè mediante una fortunata incursione nel casuale. Il ricevente in un certo senso dev’essere pronto per la scoperta giusta quando essa arriva..."
Bateson G. “MENTE E NATURA”, Adelphi, pag. 69

Sono stata motivata a produrre questo post da uno analogo scritto da Palmy per presentare e commentare un libro dal titolo altrettanto significativo "Le parole sono finestre (oppure muri).

La comunicazione è relazione, dobbiamo ricordarlo e ricordare il ruolo del ricevente in tale relazione. Bateson ce lo sottolinea, comunichiamo con le parole ma altrettanto lo facciamo con il non detto....che diventa un messaggio efficace quando il nostro interlocutore riesce a decifrarlo, a contestualizzarlo. E nello stesso tempo, la sua decodifica produce un messaggio che influenzerà il nostro comportamento in una relazione di reciprocità.
La comunicazione è comportamento, il comportamento è comunicazione.
Ogni comunicazione contiene un aspetto un aspetto relativo al contenuto, cioè il significato dell'informazione contenuta in un messaggio, e un aspetto relativo alla relazione, cioè al modo in cui si deve assumere la comunicazione. E' diverso per esempio dire "vi prego di fare silenzio per consentire il proseguimento della lezione" da "fate silenzio e seguite la lezione". Anche se hanno più o meno lo stesso contenuto, le due frasi definiscono relazioni docente/allievi molto diverse tra loro.
Su questi aspetti noi educatori dovremmo riflettere!

lunedì 24 maggio 2010

UN GIORNO NEL ...VILLAGGIO PALAFITTICOLO

Come promesso ad Elisa e ai suoi ragazzi, posto qui il sito che abbiamo visitato durante la nostra uscita didattica: il villaggio palafitticolo del lago di Ledro.

Era il 1929 quando, durante i lavori di costruzione di una centrale idrolelettrica nella sottostante Riva del Garda, che richiedeva il convogliamento di parte dell'acqua del lago di Ledro, emersero 10.000 pali che da millenni se ne stavano sotto la superficie dell'acqua, che ne aveva impedito il deterioramento.
Il ritrovamento si dimostrò essere l’attestazione di una delle più grandi stazioni preistoriche scoperte fino ad allora in Italia e una delle più importanti in Europa.



Inutile dire quanto affascinate sia stata la giornata per i nostri piccoli archeologi che hanno potuto fare un tuffo nel neolitico, conoscere i materiali usati, misurarsi con il tiro con l'arco, da veri cacciatori ed infine raccogliersi stupiti e ammirati intorno alla sciamana che ha dipinto i loro visi con l'ocra...



Qui sotto il collegamento al sito del Museo delle palafitte di Ledro che propone un'eccellente attività didattica anche durante i mesi estivi....

sabato 22 maggio 2010

LA FILOSOFIA DEL CAMMINARE

Questo post inizia con il titolo di un saggio di Duccio Demetrio "La filosofia del camminare"...
Camminare permette di guardare, osservare, percepire, ma soprattutto di riflettere su cose apparentemente banali, sulle quali solitamente non ti soffermi...
Come queste: le porte...




Camminando in un borgo medievale...una scalinata impervia che ti porta ad un castello e tante...tante porte...
Al momento le osservi, le ammiri nella loro portata architettonica...porte antiche inserire nella loro elegante ogiva...porte di legno...che resistono tenacemente all'usura del tempo, porte di metallo, massicce, imponenti...intimidatorie...
Quando le riguardi rifletti sul significato della porta, sulle sue implicazioni nella comunicazione, chiudere la porta, sbattere la porta in faccia, aprire la porta, socchiuderla....spalancarla...

Filosofia del camminare...

martedì 18 maggio 2010

L'EDUCAZIONE NON E' FINITA...

Mi sono dedicata una serata particolare...Faccio fatica la sera ad uscire di casa, me ne sto volentieri a coltivare i miei lavori da ultimare (sempre troppi!), a girellare tra i blog amici, cerco di dire la mia sugli argomenti che più mi provocano, cerco di aggiornarmi sulle cose successe durante la giornata...
Ma questa sera il nome era troppo importante: Duccio Demetrio in persona, a pochi chilometri da casa.
Arrivo sul posto e rimango subito colpita dal numero dei partecipanti, non è facile trovare tanta partecipazione, ma la tematica è accattivante e incoraggiante: L'educazione non è finita...
Ed ecco che il professore cerca di trasmettere l'idea pervasiva di educazione, l'educazione è vita, ci circonda...dobbiamo solo imparare ad individuarla....perchè educazione è auto-educazione.

Educare è ex -ducere...trarre fuori i talenti, i desideri, l'amore per l'educazione
Educare è e-ducare...nutrire, letteralmente allattare
educare è ancora ex-ducere nel senso di condurre oltre, iniziare alla vita adulta

Vita adulta pervasa di saggezza ma anche aperta alla sorpresa, alla novità, al cambiamento.

Al cambiamento inteso come miglioramento.

Perchè ogni situazione, ogni frattura, anche la più dolorosa ci insegna, ci educa, ci trasforma, migliorandoci.
Sempre che noi siamo pronti a coglierlo.

Educare all'interiorità, per una individualità consapevole che sappia collocarsi nella comunità.

Duccio Demetrio parla dell'importanza dello scrivere per raccontarsi, dell'autobiografia come ritrovare se stessi nella storia comune.

Ed eccomi qui, a mettere in pratica i consigli....lui parla di diario per ritrovare la propria vita, pagina dopo pagina, giorno dopo giorno,...anche il blog è un diario....condiviso da subito...

Alcuni dicono che
quando è detta
la parola muore.
io dico invece che
proprio quel giorno
comincia a vivere.
Emily Dickinson

E' proprio vero...L'educazione non è finita....

martedì 11 maggio 2010

SEGUIAMO IL FILO NERO...

Manco da un po'....ma vi prometto che recupererò....

Voglio intanto condividere con voi un momento di laboratorio espressivo con un colore insolito per i bambini...il nero....
Eccoli produrre ognuno una propria linea, senza staccare il pennello dal foglio...coì come vogliono...

Ed eccoli ora...collegare i propri segni, le proprie linee, i propri prodotti...



In un progetto corale, che cerca i punti di congiunzione, in un percorso di tutti.....



che è pure bello da vedere...